Un vino ambasciatore del made in Italy e insieme del Bio; un prosecco che testimonia tutta la tenacia e la visione di una terra, come quella trevigiana, capace si stupire e conquistare. Sì, parlano veneto i vini Bio-Vegan più famosi nel Nord Europa, e raccontano la storia della Cantina Pizzolato di Villorba (1), attiva nel settore da oltre 35 anni, con oltre 4 milioni di bottiglie prodotte annualmente e 20 mercati esteri che assorbono il 93% della produzione.
Il dato non è casuale: il nord Europa e particolarmente sensibile alla cultura del biologico e della tutela ambientale, con la Svezia come primo mercato di riferimento per Cantina Pizzolato (1.400.000 bottiglie di Prosecco Spumante esportate in Svezia, il 54% dell’export), seguita da Germania, Norvegia, Stati Uniti, Olanda e Finlandia.
Rispetto della natura e dell’uomo sono i capisaldi dell’attività della Cantina Pizzolato (2), passata a essere, da piccola azienda agricola che produceva latte, frutta e vino sfuso, condotta da padre e figlio, a una realtà imprenditoriale in cui lavorano oltre 20 collaboratori e cheb produce 2.000.000 di bottiglie di vino fermo e 2.300.000 di vino nelle tipologie frizzante e spumante.
Il lungo percorso, cominciato nel 1981, quando Settimo Pizzolato entra in azienda affiancando il padre Gino, è passato attraverso scelte non scontate, perché essere pionieri della viticoltura bio in Italia non è certo stato facile. Proprio Settimio Pizzolato ricorda come al Vinitaly del 1992 il bio venisse considerato senza futuro, forse anche a causa di alcuni prodotti di qualità non proprio elevata. Nel frattempo anche in Italia è aumentata la sensibilità nei confronti di queste tematiche, così come la tecnologia. Del resto, questa visione moderna e imprenditoriale è dimostrata anche dalla nuova struttura, prezioso scrigno dell’anima biologica di Pizzolato, che accoglie gli uffici e l’intera produzione e che è stata inaugurata alla fine di maggio. L’innovativa architettura, firmata dallo studio Made Associati, è stata creata per integrarsi completamente con l’ambiente circostante, affiancando la Villa del 1500 residenza della proprietà.
Un progetto che esalta la storia, la cultura e la tradizione del territorio vinicolo trevigiano senza al contempo trascurare la volontà di un continuo dialogo tra conoscenza, rispetto e benessere; un’iniziativa – quella dell’apertura verso i mercati esteri - che testimonia curiosità, coraggio, intraprendenza.
Il Bio, insomma, come chiave d’accesso per nuove esperienze elettrizzanti, per nuovi incontri, per nuovi scenari.