ZAHA HADID ed il suo studio non smettono mai di stupire con i disegni ricchi di una feconda immaginazione fondata su di un substrato storico supportato, però, da un tecnicismo quasi esasperato. Questa è la sensazione che ci pervade guardando il prototipo della poltrona ZH One (1) prodotta dalla CASSINA in accordo con Zaha Hamid Architects e presentato all'ultima edizione del Salone del Mobile di Milano.
Nei dettagli formali e compositivi di questo bellissimo oggetto si rivedono influssi e memorie degli anni '50, rotondità e dolcezze degli anni '80 ed infine i tagli netti e ad un tratto smussati tipici dell'architettura e del sentire della Hadid.
Lei che nacque nel 1950 in Iraq, fino al 2016 (anno della sua morte) ha stupito il mondo con la sua visione arditamente fantastica e favolosa (intesa come appartenente ad una "favola") degli oggetti, che siano essi una poltrona od un edificio, figli di una immaginazione onirica del mondo supportata però, e non poteva esser altrimenti, da una forte e decisa ingegnerizzazione strutturale.
La poltrona ZH One (2) fa parte, a pieno titolo, di questo modo di pensare e vivere della geniale archistar, del suo modo di essere e della sua visione dello spazio progettato.
La poltrona viene poi arricchita dai rivestimenti, importanti e raffinati che, con le loro variazioni cromatiche, esaltano ed accentuano le linee e i volumi dell'imbottito: un elemento di arredo quasi scultore che è destinato a diventare un oggetto "cult" del design internazionale, complice, ancora una volta, lo straordinario know how tecnico della lavorazione di CASSINA. Quel know how che è pertinenza della grande industria manifatturiera italiana e che tutto il mondo ci invidia.