È giunto il momento di tirare le conclusioni di fine anno. E tutto fa credere che il 2015 sia stato un’ottima annata per le grappe trentine.
Gli alambicchi (1) in funzione da metà settembre, con la distillazione compiuta entro la fine di novembre o gli inizi di dicembre; le uve sane, la buona vendemmia – seppure un po’ anticipata – i profumi intensi e gli aromi spiccati che già si sentono a inebriare l’aria: tutti fattori che, secondo i report forniti dall’Istituto di Tutela della Grappa del Trentino, non lasciano spazio al dubbio. In particolare, si attendono ottimi risultati dalle vinacce a bacca bianca, soprattutto di Chardonnay e di Pinot Grigio, grazie al clima ideale in tempo di vendemmia e alla particolare sanità delle uve.
Qualità buona anche per quanto riguarda le altre uve aromatiche che hanno dato delle vinacce sane e ricche di profumi, in particolare il Traminer e il Moscato Giallo.
Ma a garantire la qualità è soprattutto la messa in atto del disciplinare l’Istituto di Tutela Grappa del Trentino, fondato nel 1960, che punta alle 4 T (Territorio, Tempestività, Tradizione, Tutela), a sintetizzare la ricetta per una grappa di qualità, prodotta per oltre il 70% da vinaccia locale.
Ogni anno il Trentino produce circa il 10% del totale nazionale, vale a dire circa 4 milioni di bottiglie equivalenti (da 70 centilitri) distillando 15 mila tonnellate di vinaccia. Tre le tipologie principali di grappa prodotta: alle uve aromatiche (40% del totale), quella destinata all’invecchiamento (circa il 35%) e quella da vinacce miste (circa il 25% della produzione).