Le api sono in pericolo. Una triste realtà a cui far fronte con la massima urgenza in quanto il rischio di estinzione di questi preziosi e fedeli insetti impollinatori è dietro l'angolo. Va detto che circa il 75% delle coltivazioni alimentari dipende dall’impollinazione animale e, secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao), oggi le colonie di api sono soggette a "morire" con percentuali da 100 a 1000 volte più elevate del normale. La responsabilità? Dell’uomo e dall’uso e abuso di pesticidi in agricoltura.
Proprio oggi quindi, Slow Food fa sentire la propria voce, lanciando la campagna internazionale “Slow Bees” per difendere gli impollinatori e assicurare maggiore eco e visibilità alle minacce che colpiscono le api, gli altri insetti impollinatori, le piante e la biodiversità. Ecco che attivisti, comunità e Condotte Slow Food pianteranno arbusti o alberi biologici da fiore per offrire alle api un nutrimento privo di pesticidi. Una mobilitazione lanciata a livello globale tra tutta la rete della Chiocciola e non solo: chiunque può partecipare, piantando fiori e alberi biologici e condividendo il lavoro fatto sui propri canali social usando gli hashtag #onetreeforahive, #plantoneforpollinators e #slowtreesforbees.
"Siamo convinti che parlare e far conoscere il mondo di api e impollinatori sia il segreto per osservare, conoscere, misurare e proteggere la biodiversità, mettendo in primo piano le conoscenze tradizionali riguardanti le pratiche agricole sostenibili. Non possono esserci impollinatori sani senza un numero sufficiente di fiori biologici per tutto il periodo vegetativo: ecco perché è fondamentale agire adesso!" - commentano gli apicoltori Jennifer Holmes (Florida), Terry Oxford (California) e Guido Cortese (Italia), coordinatori delle attività di Slow Food per la Giornata mondiale delle api.
Simbolicamente, il 20 maggio alcuni rappresentanti di Stati membri dell’Unione Europea si incontreranno per discutere l’attuazione degli standard per la valutazione della tossicità, ovvero il Bee Guidance Document elaborato dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) già nel 2013, e che comprende anche la proposta di protocolli più adeguati e cautelativi in caso di valutazione dell’autorizzazione di nuove molecole. Questi infatti non sono ancora stati adottati in tutta Europa e si persevera con le farse pseudo-precauzionali, per l’ostinata opposizione degli Stati membri dell’Ue e delle filiere agrochimiche.
Ma vediamo da vicino un esempio virtuoso in Italia di apicoltura sostenibile che lavora nel pieno rispetto della vita. Dell'uomo e delle sue fedeli amiche operaie. Siamo tra i vigneti di Carpineto dove il vino si produce senza uccidere api e insetti e senza danneggiare l'ecosistema. Esattamente 5 tenute ad emissioni zero nelle denominazioni storiche della Toscana: Chianti Classico, Vino Nobile di Montepulciano, Brunello di Montalcino e Maremma. Nell'Appodiato di Montepulciano insiste il più grande vigneto contiguo ad alta densità d’Italia, oltre 80 ettari con una concentrazione fino a 8.500 piante per ettaro. Ancora... i vigneti del Vermentino nella Tenuta di Gavorrano in Maremma. Tutte realtà agricole ammirevoli, accomunate da un unico fil rouge: tutela dell'ambiente, dalla terra al vigneto fino alla cantina dove anche il peso delle bottiglie è stato sensibilmente diminuito per una minore emissione di CO2. Ma è in primis il suolo della vigna, la sua fertilità a essere tutelati, tanto che le api vignaiole non mancano di presenziare nel lavoro quotidiano. Di più... con la loro piccola "proboscide", la ligula, asciugano i succhi zuccherini che attaccati da microrganismi potrebbero danneggiare gli acini.
Un modello che racconta quanto si possa fare per una produzione "sana", pulita volta a preservare Madre Natura e i suoi frutti.