E se fosse à porter, mono dose, ottimo al palato e di stile? Stiamo parlando di bacco, in particolare di un innovativo modo di offrirlo e, naturalmente, di consumarlo. Una piccola, grande rivoluzione che vede tre giovani donne con la sentita passione per il mondo del vino in tutte le sue declinazioni - bianco, rosso o rosato - Silvia Tettamanti, amministratore delegato di origini lombarde, Giulia Bacci, designer, Francesca Vigo (1), enologa e grande conoscitrice del comprensorio toscano, fautrici di un'idea performante, innovativa e di classe dal nome convincente “First Glass” (2). Immaginate quindi di estrarre dalla borsa una bottiglia mono-calice (100 ml venduta in cofanetti da 3, 5 e 7 vini), elegantissima, da stappare con tappo a vite (altrimenti che porter sarebbe?) e, sopratutto, godere di etichette ricercate, fuori da solito seminario e di gradevolezza certa. Un Rosso toscano, Terra Greca di Tenuta Montiani, un altro Rosso, ma del Salento, Metiusco dell'azienda Vinicola Palamà o un Bianco ligure Lunae Bosoni etc… Un accenno di una rete in continua espansione che, ad oggi, conta svariate etichette da circa 30 cantine d'Italia. Qui, sta il lavoro più arduo, meticoloso, di grande studio e ricerca di Francesca che, delle tre, la più esperta del settore vino in termini tecnici e sensoriali, gira l’Italia per scovare, da nord a sud, quel nettare che non ti aspetti (3), selezionato per qualità e unicità, capace di raccontare la tradizione di un particolare territorio. Da gradire al primo sorso. Ed ecco, allora che in una serata tra amici, il kit da 5 vini (4) permette a ognuno di assaggiare un vino diverso, in un clima tra divertissement e cultura del buon bere made in Italy. E che dire del wine pairing magari in un ristorante blasonato? Un’alternativa per abbinamenti di piatti di terra e di mare allo stesso tavolo.
Dicevamo, gusto anche per gli occhi… Le bottiglie sembrano appena uscite da uno store di profumeria di nicchia (5). Fascinose, non a caso dietro c’è la matita di una raffinata designer come Giulia Bacci. Il regalo si presta alla propria amata o come gadget aziendale di livello. Per non parlare del settore della nautica dove piccolo (ma di lusso) è meglio o delle compagnie aeree e ferroviarie.
Altro plus per nulla banale, la scelta delle tre lady di mettere la sostenibilità al centro del progetto: italiane le cantine opzionate e bando alla plastica in ognuno dei componenti con l’uso di solo vetro, alluminio e carta. Materiali 100% riciclabili e riciclati.
A supporto di questa innovativa startup già “con i numeri” c’è l’e-commerce del brand dove poter ordinare il cofanetto con la combinazione di vini che più appaga o comunque la gift box a scelta da 3, 5 e 7 bottiglie.
Last but not least, l’avvio di flagship store, alias punti vendita (di proprietà o in franchising) per l’acquisto in loco e per esperienze di degustazioni mirate. A Firenze, il primo, in lungarno Acciaiuoli 4/r, a due passi da Ponte Vecchio (6). Previsti altri in città italiane e non solo.
Che dire… La ricetta è molto promettente e già si pone vincente, a riprova che la determinazione, il coraggio sostenuti da una buona dose di professionalità mista a una visone internazionale, possono fare la differenza, per davvero.
Chapeau e… cin cin!
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