Living & Convivi :: 30 mar 2022

Firenze - Palazzo Pitti: il romanticismo ottocentesco di Giuseppe Bezzuoli

130 opere in mostra, molte delle quali inedite

Una mostra di una bellezza e magnificenza che non ti aspetti quella ora in scena nella Palazzina della Meridiana di Palazzo Pitti fino al 5 giugno 2022 del pittore ottocentesco Giuseppe Bezzuoli. "La prima mostra veramente grande dopo la pandemia dedicata a un protagonista della pittura mondiale dell'ottocento" - ha introdotto così la conferenza stampa il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt (1). Non solo... La prima importante esposizione monografica mai dedicata al pittore fiorentino, maestro di indiscusso spessore artistico. "Una figura chiave nella scena ottocentesca non solo in Toscana" - ha continuato  Eike Schmidt - "Le numerose opere arrivano dalla Toscana - da Pistoia e Porto Ferraio - ma anche dall'Emilia, dalla Lombardia, dalla Lituania e dagli Stati Uniti.

Oltre 130 tra dipinti, sculture e disegni (2), che raccontano la carriera del Bezzuoli e l’arte del suo tempo: divisa in nove sezioni, l'esposizione segue un approccio sia cronologico sia di contenuti. Il tutto in una cornice unica e irripetibile, quella della Palazzina della Meridiana, appunto, già ornata da affreschi di pittori noti dell'ottocento nonché dallo stesso Bezzuoli. Un artista capace di spaziare tra tutti i generi, dalla ritrattistica (3), alla dimensione storica (4), monumentale, religiosa, fino ai grandi soggetti biblici che gli permisero di esprimere la sua abilità coloristica e nel nudo. 

Senza nulla togliere alle altre parti, merita certamente sottolineare quella centrale (sezioni quinta e sesta) incentrata sui soggetti storici, eseguiti dal Bezzuoli per illustri committenti tra i quali il granduca Leopoldo II, il principe russo Anatolij Demidov, e sull’impresa dei grandi cicli murali affrescati nelle sale della mostra a Palazzo Pitti. 

Ancora... Da godere in tutta lentezza la sensazionale parata di ritratti della società contemporanea (5): uno spaccato della nobiltà e dell’alta borghesia nazionale e internazionale. E poi i ritratti dei tanti protagonisti della cultura del tempo, abbigliati nelle loro mises più eleganti: famiglie intere, dame dalle complicate acconciature avvolte in vesti fruscianti; gentiluomini stretti nelle giacche gremite di decorazioni, intellettuali aggrondati e statisti compresi del loro ruolo. 

Affascinante il Bezzuoli grafico da ammirare nei numerosi taccuini e appunti esposti nel Salone da Ballo: autentiche testimonianze di ciò che trascriveva per costituire un repertorio di ricordi dall'antico, ritratti di amici, paesaggi etc.

Un percorso monografico che lascia senza parole, regalando altresì allo spettatore un confronto intelligente con le opere di altri importanti maestri del calibro di Francesco Hayez e Massimo D’Azeglio, offrendogli l’occasione di valutare le opere dei maggiori esponenti dell’arte e della cultura cosmopolita della Firenze di primo Ottocento.

"Non esiste monografia moderna del Bezzuoli e nelle molte mostre sull'ottocento italiano, Bezzuoli è sempre stato praticamente assente" - ha raccontato Ettore Spalletti (6) curatore insieme a Vanessa Gavioli ed Elena Marconi - "La ragione? probabilmente la difficoltà di trovare le sue opere sparse in mille rivoli e collezioni private". Finalmente, quindi, un mostra che può dirsi una vera e propria "restituzione": intende, cioè, restituire all'artista, il ruolo che gli compete, quello di insigne maestro.

Ultimo ma non meno importante il catalogo edito Giunti, un tomo di oltre 500 pagine che, siamo certi, diventerà strumento essenziale per i futuri studi scientifici sul pittore ottocentesco e sul periodo storico a lui riferito. 

 

 

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