Una mostra importantissima e magnifica, non potrebbe essere definita diversamente, quella dell’artista Y.Z. Kami (Teheran, 1956) in essere in più spazi della città (1). Stiamo parlando di Light, Gaze, Presence, 24 opere dell'artista iraniano-americano (2), che vive e lavora a New York dagli anni Ottanta, esposte per la prima volta a Firenze in alcuni dei luoghi simbolo: Museo Novecento, Museo di Palazzo Vecchio, Museo degli Innocenti e, eccezionalmente, nella millenaria Abbazia di San Miniato al Monte. Veri capolavori (3) senza tempo come dimostrano, nelle sale del Museo Novecento, i celebri ritratti che hanno reso noto al pubblico internazionale l’artista, qui intervallati da altre opere delle serie Dome e Night Paintings. Volti di grandi dimensioni (ma anche di più ridotte), mai messi veramente a fuoco, dove vince la vaporizzazione della materialità (4) tanto da sembrare ricordi "fumosi" che si avvicinano per poi allontanarsi un istante dopo. Guardarli è come guardare se stessi: una sorta di meditazione che invita a cercare il proprio centro (5), a riflettere sulla natura umana e sul rapporto con l’altro. Dipinti, realizzati a partire da fotografie scattate ad amici o sconosciuti, sono frutto di una gestazione molto lenta che rende queste rappresentazioni delle vere e proprie apparizioni, che riportano alla mente gli antichi ritratti del Fayyum ricollegandosi alla tradizione ritrattistica che attraversa la storia dell’arte in tutti i secoli, fino ai giorni nostri.
La mostra prosegue all’interno della suggestiva cornice del Salone dei Cinquecento – Museo di Palazzo Vecchio, in cui le opere Untitled (2011), Untitled (Woman in Green Sweater) (2006) e Marwin (2013-2014) dialogano con gli affreschi di Giorgio Vasari, dando vita a uno straordinario contrasto tra la placida rarefazione delle opere di Y.Z. Kami e le accese scene di battaglie che campeggiano sulle pareti della sala. Tutti e tre i grandi volti paiono con gli occhi chiusi, quasi a non voler vedere l’orrore della guerra, quella di allora e quella oggi.
Il Museo degli Innocenti accoglie all’interno della pinacoteca che ospita agli straordinari capolavori di Botticelli e Luca della Robbia due opere di Y.Z. Kami: Gold Dome II (2022) e Brunelleschi (Death Mask) (2022-2023). In particolare, la maschera funebre di Filippo Brunelleschi rende omaggio al grande maestro e si ricollega da un lato ai grandi ritratti dell’artista esposti contestualmente al Museo Novecento e nel Salone dei Cinquecento, dall’altro alla storia dell’edificio.
La mostra raggiunge il suo climax all’interno della millenaria Abbazia di San Miniato al Monte, dove viene eccezionalmente accolta l’opera Paul's hands (2015-17). “Ritraggo le mani da molto tempo, rappresentano per me una presenza e un significato profondi” ha spiegato l’artista. “Il teologo e filosofo francese Blaise Pascal ha detto ‘L’âme aime la main - l'anima ama la mano’. Molto spesso nei miei dipinti che raffigurano le mani, queste sono giunte in preghiera. L'immagine delle mani in preghiera è un segno diretto e chiaro di devozione che appartiene a tante diverse tradizioni religiose, dal Cristianesimo alle religioni orientali come l'Induismo, il Buddismo, ma non all’Islamismo né al Giudaismo”.
“Con questo progetto Firenze conferma ancora una volta la sua vocazione al contemporaneo e la sua capacità di far dialogare attraverso l’arte passato e futuro, con parallelismi sempre più accattivanti e coinvolgenti” - ha evidenziato la vicesindaca e assessora alla Cultura (6 - Prima da Dx) Alessia Bettini.
Museo Novecento
Piazza di Santa Maria Novella, 10 – Firenze
www.museonovecento.it
Museo di Palazzo Vecchio
Piazza della Signoria – Firenze
Tel: +39 055 2768224
Museo degli Innocenti
Piazza della Santissima Annunziata, 13 – Firenze
Tel: +39 055 2037122
Abbazia di San Miniato al Monte
Via delle Porte Sante, 34 – Firenze
Tel: +39 055 2342731
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