Tra le eccellenze al palato made in Tuscany, non poteva mancare l'Amaro viola. Sì, proprio così, il Làbaro un prodotto icona non solo per il colore simbolo dei fiorentini ma anche per il gusto schietto, un bel mix di sapori tra l'infuso di Cipresso, di arancia, dell'assenzio e del Mirto. Questa coloratissima bevanda alcolica, ottima da bere fredda o con un cubetto di ghiaccio, nasce dall'idea di due amici, Giulio Cossentino bartender e Roberto D’Alessio scrittore e anche lui appassionato di spirits (1 - 2). Alla base una storia "antica" da raccontare dove il protagonista è nonno Enrico (il nonno di Roberto) che, già nel primo ventennio del secolo scorso aveva ideato un liquore dal gusto unico e piacevole. Di colore viola. Ma prodotto solo per la famiglia. "Tutto nacque davanti a un bancone del bar" - ci ha raccontato Cossentino (3: Primo da Sx) - "Roberto mi propose di attingere alla ricetta artigianale che suo nonno aveva per così tanto tempo custodito gelosamente per ideare un prodotto più contemporaneo". Un'idea vincente che non tarda a diventare realtà. Làbaro è in tutto e per tutto il simbolo della fiorentinità più autentica: il nome, certo, il colore ça va sans dire e anche l'etichetta dove impera un magnifico e "fiero" Giglio di Firenze. Una sorta di ambasciatore della città toscana nel mondo.
Sorseggiarlo è un viaggio di grande piacevolezza: la sensazione è dolce all'ingresso, si sviluppa con con una bella nota amaricante, per chiudere con una stuzzicante piccantezza data dal pepe nero. Attenzione... Non solo afte dinner, però. Il Làbaro (4) è perfetto per accompagnare pietanze a tavola o come ape un pò fuori dai soliti schemi. Infine la mixology. Largo alla fantasia, per un Negroni o un Americano. Insomma, se siete dei fiorentini "inside" il Làbaro (5) deve diventare un vostro must. Se non lo siete, un assaggio "viola" e l'Arno d'argento, come per magia, scorrerà davanti a voi. Promesso.
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