Una selezione di grandi capolavori, e contemporaneamente l’opportunità di salvare un patrimonio che il mondo ci invidia. Una mostra, certamente, ma anche un evento che è una sorta di promemoria, di invito a non dimenticare.
“Facciamo presto. Marche 2016 - 2017: tesori salvati, tesori da salvare” aperta da fine marzo nell’Aula Magliabechiana degli Uffizi di Firenze, è la mostra, in cartellone fino al 30 luglio, che mette in rassegna diversi capolavori provenienti da luoghi martoriati, ovvero dalle cittadine e dai paesi dell’entroterra appenninico delle Marche meridionali, colpiti dal devastante terremoto di qualche mese fa, terremoto che ha spesso distrutto o comunque reso inagibili chiese, palazzi e musei dove questi oggetti d’arte venivano custoditi (1 - nella Foto Giovanni Angelo d’Antonio (Bolognòla, Macerata - Annunciazione con un donatore laico e una donatrice terziaria francescana - Tempera su tavola, Camerino (Macerata), Pinacoteca e Museo Civici).
Si tratta di una raccolta di mirabili dipinti su tavola e su tela, di sculture lignee, di tessuti, di oreficerie: oggetti provenienti dalle diocesi e dai comuni delle province di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata e che rimandano a una storia gloriosa, che andrebbe conosciuta fino in fondo, ancor più i questa occasione (Foto 2 - Vittore Crivelli - Madonna adorante il Bambino, 1479 - Tempera e oro su tavola, Falerone (Fermo), chiesa di San Fortunato).
Perché, come detto, l’intento primario della mostra è quello di far ricordare ai visitatori che è estremamente urgente intervenire per salvare dalla distruzione e dalla dispersione questo patrimonio.
È in atto, e lo sarà per tanto tempo ancora, l’opera dei vigili del fuoco, dei carabinieri, dell’esercito, del personale delle soprintendenze - nelle cui fila alcuni architetti e storici dell’arte delle Gallerie degli Uffizi - dei volontari della protezione civile per mettere in sicurezza tanti edifici e anche tante opere d'arte che sono state sottratte, alcune miracolosamente, alla distruzione.
La scelta delle opere esposte non è stata casuale, ma mirata a mettere in luce alcuni aspetti cruciali della cultura figurativa di questi territori, a partire dal Medioevo e fino al XVIII secolo (Foto 3 - Marco Palmezzano - Madonna in trono tra i santi Francesco e Caterina d’Alessandria; Olio e oro su tavola, Matelica (Macerata), chiesa di San Francesco).
Le Gallerie degli Uffizi non soltanto hanno regalato visibilità ai dipinti e alle altre opere esposte, ma permettono un aiuto concreto: un euro di ogni biglietto acquistato per accedere agli Uffizi nel periodo della mostra viene infatti destinato alla ricostruzione delle aree colpite.
Una maniera, anche, per sdebitarsi dei “regali” marchigiani agli Uffizi, a cominciare dall’eredità di Vittoria della Rovere nel 1631 e per non troncare un legame duraturo, fertile, appassionante tra due terre in fondo così vicine e simili.