La Toscana è sicuramente una delle regioni d’Italia più affascinanti e visitate da tutto ill mondo. Ciò nonostante, ci sono realtà meno esplorate o comunque città che non godono del prestigio di altre più rinomate come Firenze o Siena. Pistoia (1), per esempio, cittadina non lontana dal capoluogo, dall’animo rustico e dal fascino d’altri tempi che riserva sorprese non indifferenti come la sua monumentalità dai caratteri originali, le sue chiese romaniche o i suoi ben 29 musei. Di più… come non rimanere basiti di fronte a gioielli eterni quali Piazza del Duomo o il Pulpito della chiesa di Sant’Andrea, tra i più belli al mondo? ed è solo l’inizio…
Una città dal cuore verde. Pistoia, infatti, è da sempre attiva nel settore vivaista, oltre che nella valorizzazione delle sue montagne. Un carattere quello contadino che come ha dichiarato il Sindaco Samuele Bertinelli (2 - Primo da Dx)- “ha configurato la città come natura, campagna, collina”. E poesia.
Proprio quest’anno la Toscana e l’Italia tutta, celebra questa città insignita “Capitale Italiana della cultura del 2017” proprio perché “ha saputo elaborare un progetto con una visione precisa sulla città e il proprio territorio” - ha affermato Enrico Rossi, Presidente della Regione Toscana .
Un programma culturale fitto di eventi che si è aperto sabato scorso con una mostra d’arte contemporanea, Prêt-à-porter dell’artista milanese Giovanni Frangi (3 - Primo da Sx) a Palazzo Fabroni, un museo che è anche struttura aperta in costante dialogo con la città. L’esposizione visibile fino al 2 aprile, è un progetto in cui il luogo e la sua particolare configurazione diventano parte determinante del processo creativo: le sale del Palazzo, infatti, affacciate su via Sant’Andrea, dove si staglia l’omonima chiesa romanica con le caratteristiche strisce bicrome, ospitano opere realizzate in bianco e nero, nelle prime cinque stanze (4 - Opera "Gilbert", pastelli grassi su tela, 2014) e nelle ultime, la 11 e la 12. Dall’altro lato lo sguardo dello spettatore può scorgere dalle finestre, oltre Piazza del Carmine, l’antico Ospedale del Ceppo, il cui loggiato è ornato dal celebre fregio policromo in terracotta invetriata, che ha ispirato la disposizione in mostra, nelle sale 6-10, delle opere di Frangi di colori diversi (5 - Opera "Heliconia Paradise", olio su tela, 2014).
Un’esposizione pensata (6) in armonia con gli spazi che la accolgono e dove convivono opere già esistenti e realizzate in momenti diversi della carriera dell’artista - come la “Finestra rossa” e la “Finestra gialla” - con lavori nuovi. In fondo, come afferma Frangi “l’opera singola ha una sua vita autonoma e quando si sposta in un luogo diverso, viene riletta e diventa altro”. Una sorta di “arredamento” ben riuscito, che testimonia una volta di più, quanto l’arte autentica possa dialogare in ogni luogo e in un linguaggio universale.
Il lavoro di Giovanni Frangi, che si contraddistingue per una continua osservazione dei fenomeni naturali, procede – dal 1997 – in parallelo con le ricerche, sul passato e sul presente, del critico d’arte Giovanni Agosti. Le mostre scaturite dal loro connubio hanno prodotto una serie di volumi, che costituiscono momenti di una ricerca sulle possibilità di rappresentazione di un’idea poetica, attraverso forme grafiche continuamente mutevoli.
La mostra che terminerà il 2 aprile contempla i seguenti orari: dal martedì al venerdì ore 10-14 ǀ sabato, domenica e festivi ore 10-18 ǀ chiuso il lunedì.
Per info più dettagliate: Tel. 0573 371214 www.palazzofabroni.it - Facebook PALAZZOFABRONI - Twitter @PALAZZOFABRONI.
Ma Pistoia non è solo cultura, la città vanta infatti diverse eccellenze gastronomiche: non lontano dal Palazzo, infatti, si può gustare dell’ottimo pesce nelle tre versioni, tradizionale dal piglio creativo, vegetariano o sushi. Stiamo parlando delle “Officine del Marini”, un gradevole locale dove il menù spazia dal “gambero scottato con cavolo nero, fungo shitake e mayo al sesamo” (7), al "risotto al nero, con calamari scottati e bietola". E per i sushi addicted, piatti come il "Futo maki". Il pesce proviene dall’Argentario e dai porti italiani, regolarmente abbattuto.
Merita farci un salto: non solo per la piacevolezza della cucina proposta, ma anche per l’ambiente, elegante e dal sapore vagamente orientale, fino al personale attento e qualificato. Non ultimi la simpatia e la professionalità dei due chef (8).
Insomma, Pistoia una piccola, grande città ricca di atout, alcuni nascosti altri più palesi. Un esempio di Italia democratica, umile di cuore, come vuole la cultura contadina. Difficile non tornarci. Provateci.