Finalmente posso dare la buona notizia, dalla terra ove era regolarmente entrato col suo padrone… al guinzaglio e dove era stato irregolarmente imprigionato, è finalmente ritornato a casa il nostro consimile amico Dogo Argentino "Iceberg" (1) la cui colpa era, udite udite, non il reato di immigrazione clandestina in quel Paese, bensì solo la sua origine!
Badate bene, ciò non perchè si fosse appunto introdotto in Danimarca con raggiri o sotterfugi, di frodo o senza passaporto, o peggio vi avesse fatto reati omicidi od altro; no, assolutamente, solo perchè gli “svegli” funzionari che ne avevano correttamente verificato l’ingresso alla frontiera, non si erano accorti, zelanti ma non troppo, che la sua razza è appunto vietata in Danimarca: Iceberg, infatti, vi era arrivato legalmente a marzo con Giuseppe Perna (2), chef italiano che lavorava in un ristorante del centro di Copenaghen. Poi Iceberg è stato notato dalla polizia e subito sequestrato. La sua colpa? Essere un Dogo argentino, appunto. Trattato insomma come un vero e proprio delinquente, quasi un terrorista, a un passo dalla condanna a morte: la legge danese prevede, infatti, la soppressione dei cani appartenenti alle tredici razze considerate pericolose.
Ma a questo punto, grazie alla innegabile ed ammirevole reazione del suo padrone, si è creato un vero movimento di opinione internazionale che si è mosso con l’impegno di artisti come la cantante Noemi e diplomatici oltre che di molta, molta gente comune: per una volta tanto, anche gli umani si sono comportati come noi cani, cioè generosamente. E' arrivata così la grazia ma intanto il mio “cugino” era ancora in “carcere”; poi con l'impegno del governo danese a non ucciderlo, è stata votata una legge dal Parlamento di Copenaghen per consentire ai cani appartenenti alle razze considerate pericolose, ma di proprietà di cittadini stranieri, di lasciare il Paese senza essere uccisi.
E così Iceberg, scortato dalla Polizia nello stile dei più neri “noir” che si rispettino, è stato imbarcato sul volo D81021 Norwegian Air Copenaghen-Roma ed è felicemente rientrato a casa col suo padrone Giuseppe, accompagnato da Carla Rocchi (Presidente Nazionale dell'Enpa) e da Charlotte Andersson (FairDog).
Se questa è una storia a lieto fine, il pensiero, però, non può non andare agli oltre 600 cani uccisi in quella nazione dal 2010, solo perché colpevoli di appartenere a razze proibite: possiamo veramente dire col mio connazionale Shakespeare (William per gli amici, come mi diceva sempre mia nonna…) “C’è del marcio in Danimarca” e ciò non vale solo per Amleto!
BEU!