Nel viaggio tra i calici della Toscana, ho recentemente incontrato, assaporato e apprezzato i gioielli di Bacco della storica Cantina Banfi di Montalcino, oggi condotta da Cristina Mariani-May, che per i suoi 40 anni ha offerto una grande degustazione a banchi d’assaggio per giornalisti e opinion leader (1 - 2 - 3). La suggestiva location della La Loggia con vista memorabile sulla Città del Giglio è stata la cornice di questa quarta tappa di un tour internazionale che rimarrà negli annali del vino italiano. Una selezione di etichette (4) ha raccontato il meglio della produzione vitivinicola firmata Banfi dove gusto, serietà, responsabilità e raffinatezza sintetizzano bene l’anima di questo brand appassionato. L’iter suggerito per apprezzare i vini in assaggio era o cronologico, appartenente alla stessa decade, o tipologico, per categorie. Personalmente ho iniziato seguendo quello cronologico ma quasi subito sono uscita fuori “tempo” lasciandomi guidare dall’emozione e dall’improvvisazione. Ho sbagliato? Forse o forse no. La gola mi ha ben presto “pilotata” verso uno dei loro must di assoluta eccellenza: su un banco a sé, infatti, dedicato alle magnum imperava invitante un Brunello 1995. Morbido, profumato, vellutato, di grande piacevolezza (5). Al naso, l’ampio bouquet leggermente vanigliato. In bocca il sapore pieno, con un gradevole retrogusto di liquirizia e spezie. Che dire… una magia avvolgente, un sorso che è vincente a prescindere, di qualità eccelsa che riflette le sue origini.
Poi, poco distante il protagonista celebrativo della serata “Quaranta“, il vino in edizione limitata (6) creato apposta per l’occasione con un assemblaggio di uve Sangiovese, Cabernet Sauvignon, Merlot e Syrah e di vendemmie diverse, tutte made in Montalcino.
Tra un banco e l’altro, ho azzardato un’inversione di marcia del percorso indicato e, vuoi per la mia passione “in rosa” vuoi per rinfrescare la memoria, ho fatto tappa in Banfi Piemonte, per assaggiare nuovamente (confesso… l’avevo già degustato in apertura delle danze, appena giunta nella prima sala) il Cuvée aurora Rosé (7), espressione del progetto Alta Langa. 100% di uve Pinot nero, elegante e setoso. Fresco e di facile beva, non è male per aperitivi conviviali.
E così, avanti e indietro, a volte controcorrente, altre ligia alle annate in successione, ho più e più volte sorseggiato le tante sfumature di Banfi. E sono uscita soddisfatta. Orgogliosa di appartenere a un Paese dove il valore delle radici, almeno nel vino, fa sempre e comunque la differenza.