Non poteva che essere la pazienza, virtù tutta al femminile, a caratterizzare l'affascinante produzione di zafferano della famiglia Rosa. Siamo in Abruzzo, esattamente a Opi di Fagnano Alto, 30 km da l'Aquila. Qui a 750 metri d'altezza nasce l'"oro", la "saggezza" fatta pistilli dell'azienda agricola Silviarosa. E proprio Silvia (1), ultima di numerose generazioni "in rosa" dedita a perpetuare la coltivazione e la trasformazione di questa raffinata spezia (2), ci svela l'universo dello "za'faran" (in persiano: chioma degli angeli). Dopo la piantagione estiva, la raccolta, fase molto delicata oltre che impegnativa, è a ottobre. Ogni bulbo genera dai 7 ai 10 fiori di 4 cm di diametro circa. "Quando nascono i fiori sono tante le braccia che, prima del sorgere del sole, devono procedere alla raccolta, senza perdere tempo" - ci svela Silvia - "Più di 60 persone, praticamente quasi un'intera comunità". Successivamente, le donne, in un lavoro a dir poco certosino, aprono, uno ad uno, i singoli fiori per estrane i tre pistilli rossi. Segue poi l'essiccazione. E il resto è storia gourmet come molti piatti famosi testimoniano ogni giorno nelle cucine più blasone del mondo. Una curiosità.... in passato lo zafferano veniva usato anche per colorare gli abiti, in medicina per guarire dai reumatismi o come profumo ambientale.
Chiediamo a Silvia, quali siano - se esistono - criticità nella gestione di questa particolare attività agricola. "In realtà non molte" - ci risponde - "fatta eccezione per i danni apportati dagli ungulati come i cinghiali o anche dagli istrici, entrambi ghiotti di bulbi" - "Ci dobbiamo difendere con recinzioni importanti". Va detto comunque che il bulbo è di per sé un organo "forte" che difficilmente patisce i cambiamenti climatici.
La produzione di Silviarosa d'Abruzzo prevede vasetti (3 - 4) di rara eleganza di pistilli (0,5 g. e 1,0 g.), una linea "Lux box" perfetta per fare dei cadeaux e le classiche (5) bustine (paper bag) di polvere o di pistilli da 0,3 g.