Ecco alcune regole base da non dimenticare in occasione dello shopping di fine stagione (1) a prezzi scontati...
1. Cambi: la possibilità di cambiare il capo dopo che lo si è acquistato è generalmente lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme (art. 1519 ter cod. civile introdotto da D.L.vo n. 24/2002). In questo caso scatta l'obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo e, nel caso ciò risulti impossibile, la riduzione o la restituzione del prezzo pagato. Il compratore è però tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto.
2. Prova dei capi: non c'è obbligo. È rimesso alla discrezionalità del negoziante.
3. Pagamenti: le carte di credito devono essere accettate da parte del negoziante.
4. Prodotti in vendita: i capi che vengono proposti in saldo devono avere carattere stagionale o di moda ed essere suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo. Tuttavia, nulla vieta di porre in vendita anche capi appartenenti non alla stagione in corso.
5. Indicazione del prezzo: obbligo del negoziante di indicare il prezzo normale di vendita, lo sconto e il prezzo finale.
E in Toscana? vediamo le previsioni relative al fenomeno saldi fino alla loro chiusura...
I toscani, secondo Confcommercio Toscana, spenderanno 98 euro a testa per fare shopping nel periodo delle vendite di fine stagione. Sei famiglie su dieci inoltre parteciperanno al “rito” collettivo dei saldi, riservando ciascuna un budget complessivo di 225 euro all’acquisto di abiti e scarpe a prezzi scontati.
Il fatturato atteso dai negozi al dettaglio della Toscana è di poco meno 223 milioni di euro, dei quali oltre 61 milioni nella sola provincia di Firenze. Certamente i turisti daranno il loro preciso contributo, aumentando il giro d’affari: l’acquisto di un capo “made in Italy” resta un “must”, meglio con un buon rapporto qualità/prezzo.
Ma non è tutto oro ciò che luccica... La moda, in particolare, non brilla per fatturati interessanti. “Tra deregulation e contrazione dei consumi, il nostro settore è assediato da problemi strutturali che devono trovare al più presto una soluzione, se non vogliamo disperdere quel patrimonio di ricchezza e di occupazione qualificata garantito dai negozi al dettaglio”, dice a chiare lettere la presidente regionale di Federmoda-Confcommercio Federica Grassini.
“I saldi sono nati come strumento per smaltire le scorte di magazzino e fare spazio alle nuove collezioni. Negli anni, dal 2007 in poi, sono diventati per tanti consumatori il momento favorito in cui concentrare gli acquisti risparmiando” - spiega la presidente Grassini (3) - “ma se prima questo meccanismo consentiva ai negozianti di recuperare le vendite perdute durante la stagione normale, ora questa forma di compensazione si sta assottigliando: la gente compra meno tutto l’anno, sia in stagione che per i saldi”.
“C’è bisogno urgente di una politica di salvaguardia e sostegno della rete tradizionale dei negozi al dettaglio, per quanto rappresentano in termini di produzione di valore aggiunto ma soprattutto di creazione di posti di lavoro veri e qualificati, a tempo indeterminato, non solo con contratti temporanei e di minore tutela".
Come sempre, il picco delle vendite è a luglio; si assisterà, poi, ad un calo fisiologico, soprattutto nelle aree dell’entroterra, mentre sulla costa gli affari potrebbero mantenere una certa verve anche ad agosto, ovviamente con il favore del meteo.