Quando la moda incontra e si fonde con altre tipologie d'arte il connubio che ne risulta è perfetto.
È da poco calato il sipario sui bellissimi abiti che hanno contraddistinto il Modartech fashion Show (di cui abbiamo parlato l’8 giugno 2017 qui) e l’Istituto Modartech di Pontedera continua a far parlare di sé puntando i riflettori sui suoi promettenti allievi.
Il 13 luglio alle ore 21.30 presso l’Anfiteatro Fonte Mazzola di Peccioli, andrà in scena per la Rassegna 11 Lune, Cavalleria Rusticana, seconda produzione lirica della Fondazione Peccioliper, in collaborazione con l’Accademia Musicale Alta Valdera, per la regia di Gianmaria Romagnoli, in cui, per la prima volta, i protagonisti e le comparse della grandiosa opera di Pietro Mascagni, saranno vestiti con abiti realizzati al 100% con materiale di recupero. I prodotti, forniti dall’Officina Scart di Waste Recycling, sono stati abilmente modellati da alcune studentesse del corso in Design e Progettazione della moda, Fashion Technology e Modellista cad abbigliamento del Modartech, le quali sono state supervisionate e coordinate dalla stilista e docente Chiara Mosti. Le otto giovani hanno curato l’intero processo produttivo delle proprie creazioni: dalla ricerca storica sugli abiti di scena alla selezione dei tessuti, attuata direttamente sul luogo in cui i rifiuti industriali attendono di essere smaltiti o recuperati, passando attraverso la realizzazione dei bozzetti e dei cartamodelli per poi proseguire con il taglio, la confezione, le applicazioni ed il fitting con gli attori.
“Nell’ambito della rete di collaborazioni che abbiamo stretto con il territorio e le eccellenze toscane siamo particolarmente felici di aver instaurato un rapporto proficuo con il progetto Scart di Waste Recycling. Questa collaborazione si inserisce infatti in una cornice più ampia e dà continuità al progetto avviato al Fashion Show dell’Istituto, sul tema della sostenibilità e della sensibilizzazione al riuso. […]”-afferma Alessandro Bertini, direttore di Modartech.
Un vero e proprio evento all’insegna non solo dell’arte ma anche del green, in grado di dimostrare che, con la giusta dose di creatività, cavi, fili elettrici, ritagli di pelle, componenti hardware per computer, tomaie e provette possono trovare il loro impiego in realizzazioni prima impensabili. È così che nascono curiose opere d’arte cucite magistralmente addosso al corpo di chi le indossa: gli abiti di Turiddu sono caratterizzati da scarti di plastica; tappi di bottiglia investono il mantello vescovile così come la fascia del primo cittadino; elementi di laboratorio decorano invece gli abiti di Santuzza.
Una magnifica sinfonia tra visivo e uditivo in cui dovremmo aguzzare tutti nostri sensi per accogliere l’immensità di ciò di cui siamo parte, almeno per quel momento.