Si parla tanto, e giustamente, di moda italiana (1). Si parla meno, purtroppo, della formazione nel campo della moda italiana, nonostante l’Italia rappresenti attualmente, come rilevato da Deloitte Italia a ottobre 2017, il 10% del mercato globale per un valore pari a ben 75 milioni di euro.
In questi ultimi tempi si assiste a una presa di coscienza che ha visto, in primo luogo, la creazione della Commissione Formazione nell’ambito del Tavolo Moda e Accessorio, costituita a gennaio 2016 presso il Ministero dello Sviluppo Economico. Dal lavoro di questo gruppo è nato il “White Book. Imparare la moda in Italia” (Marsilio, 2017) che affronta le problematiche del settore e le sue prospettive.
Il coordinamento della commissione é affidato al Centro di Firenze per la Moda italiana (CFMI), lo stesso che l’8 maggio scorso ha organizzato un incontro sulla Formazione di Moda in Italia a Firenze presso la Camera del Commercio, nel cui ambito è stato presentato anche il libro (2).
Si è trattato di una giornata di studio e confronto molto partecipata, che ha visto in platea un nutrito gruppo di esperti del settore, giornalisti e allievi delle più importanti scuole fiorentine del settore.
Aperto con i saluti del Presidente del CFMI, Andrea Cavicchi, e dal Presidente della Camera del Commercio, Leonardo Bassilichi, l’incontro ha affrontato in due sessioni distinte alcuni temi fondamentali per l’Alta Formazione in Italia e nel mondo (3 - 4).
Nella prima parte, con protagonisti relatori d’eccellenza come Carlo Capasa della Camera Nazionale della Moda Italiana, Sara Kozlowski, Director of Education and Professional Development del Council of Fashion Designers of America-CFDA e Martyn Roberts, Managing & Creative Director della Graduate Fashion Week-Uk, si è parlato dello scenario mondiale, della promozione dei nuovi talenti e delle Fashion week internazionali. Sono emerse diversità e punti in comune e spunti interessanti per possibili applicazioni italiane.
La seconda parte, incentrata sulla situazione italiana, ha visto confrontarsi, tra gli altri, Andrea Cavicchi, Maria Luisa Frisa, Direttore del corso di laurea in design della moda e arti multimediali dell'Università Iuav di Venezia e curatrice del White Book, Marco Ricchetti consulente di Blumine srl e autore di uno dei testi del White Book, Giovanni Battista Vacchi, consulente di Ernst Young.
Sono emersi problemi e criticità, sintetizzate poi in un Manifesto che vede fra i suoi punti cardine la necessità di creazione di un osservatorio per l’Alta Formazione nella Moda, lo sviluppo della stessa in un maggior numero di istituti di istruzione tecnica e universitaria e il superamento di alcune restrizioni legislative che riguardano gli allievi extracomunitari.
L’incontro fiorentino e il suo Manifesto sono solo un primo passo verso il miglioramento, qualitativo e quantitativo del settore e la sua migliore proiezione internazionale.