Eccoci con un altro racconto sul made in Italy, quello vero, sulle eccellenze del Bel Paese, augurandoci che siano sempre di più coloro che decidono di acquistare o regalare prodotti “autenticamente italiani”. Artigianato, food, moda … meglio se vantano una tradizione “tutta nostra”, sono più belli, “sani”, e perché no, alimentano, ognuno secondo la propria tipicità, la ripresa di un Paese che stenta a ritrovare fiducia.
E proprio a Firenze, città simbolo dell’arte in tutte le sue declinazioni e patria di abili artigiani, si incontrano realtà straordinarie dove il confine tra artigianato, design e stile è molto aleatorio. Un esempio per tutti? l’accessorio moda come quello della famiglia Fanara (1) che, dagli anni ’80, conferma abilità, sapienza e perseveranza nella realizzazione di complementi in pelle. Stiamo parlando del Bussetto, laboratorio storico fiorentino, non lontano da Santa Maria Novella, in cui Giuseppe Fanara insieme al figlio Mirko (2), confezionano veri gioielli, tra cui porta monete, porta penne, porta biglietti da visita, porta sigari, porta chiavi e porta gioie, tutti accomunati da classe ed eleganza. La lavorazione è quella tipica della città del Giglio, il cuoietto fiorentino, una maestria che purtroppo rischia di andare persa, anche se in questo caso il cambio generazionale è stato assicurato dal giovane Mirko - 23 anni - che ha scelto di perpetuare la raffinata fattura (3).
Come per molto artigianato eccellente in Italia, pazienza e dedizione sono elementi imprescindibili di questa attività. “Nasce tutto dalla forma di legno” - ci racconta Giuseppe - “la pelle, che non è altro che un fianco vegetale, privo di additivi chimici, viene bagnata e lasciata in posa a prendere la forma scelta”. Un lungo e meticoloso lavoro manuale, che prevede un processo di scarnitura, tintura e lucidatura, per arrivare a un prodotto finito, tacco o porta biglietti che sia, unico, con congiunture praticamente invisibili (4). Vero protagonista il Bussetto (da qui il nome del marchio), attrezzo (5) da calzolaio che riesce a chiudere i pori della pelle, rendendola liscia e naturalmente lucida. Oltre a una clientela italiana dove l’acquirente tipo è senza dubbio l’uomo d’affari, in giacca e cravatta, che preferisce avvalersi di un “tacco” (porta monete) di pregio o di un porta sigari che si nota, chi compra è soprattutto straniero. “Abbiamo grandi estimatori in Giappone, dove ci invitano periodicamente per dimostrazioni, ma anche in Cina, in Corea, in Francia e in Inghilterra”. Certo, In Italia, il target è più ristretto, se non altro perché il valore intrinseco della “fatica” dell’artigiano e quindi di ciò che produce è meno capito. “I processi di lavorazione, per ogni singolo pezzo, sono lunghi” - ci racconta Mirko - “Basti pensare che solo i tempi di asciugatura per evitare muffe e affini, variano da due giorni per il porta monete e anche di più per le scatole porta bijou in pelle”. Non sono mancati negli anni realizzazioni limitate per importanti brand come Dolce & Gabbana o Borbonese. “L’incredibile flessibilità di questo materiale, non solo forte e resistente, ma anche estremamente malleabile, rende ogni articolo esclusivo, oltre che personalizzabile secondo le richieste del committente”. Ci sono, tra l’altro, oggetti creati per un mercato “rosa” o comunque più “trasversali”. I porta monete rivisitati in chiave glam, in misure differenti, con colori che spaziano dall’arancio al giallo, passando per il verde. Il porta gioie che è anche bomboniera (6), in varie dimensioni e forme, chiamato "Scatola Luigina”, perché si ispira alla raffinatezza di Luigi XV di Francia. O il porta occhiali. Ovviamente sempre colorati a mano secondo “la fantasia e il pennello del maestro…”.
Certo, il biglietto da visita rimane tale, ma se estratto da un “guscio” così ricco di fascino (7), il successo è inevitabile.