Un casale toscano ma non il solito, una tenuta agricola (Madonnina del Chiaro) eccellente, un ristorante tipico (1) ma con tentazioni esotiche, questo e molto altro ancora lo trovate a pochi passi da Firenze, precisamente a Lastra a Signa, a Villa Damiani Martorelli. Qui, i fratelli Anna e Alessandro Damiani tra ulivi e cipressi e un terreno che si erge su una magnifica altura dal quale, nelle limpide giornate invernali, il panorama si estende fino agli Appennini, lavorano al progetto affascinate e impegnativo di rinascita di questa oasi “fuori porta”. Tre anni, la stima per assurgerlo a vero "buen retiro” - autentico e innovativio - per un’accoglienza di alta gamma.
Ma vediamo in breve la storia di questa realtà imprenditoriale animata da un forte spirito di ricerca unito al sano culto della tradizione...
Villa Damiani Martorelli e la sua azienda agricola Madonnina del Chiaro, sono di proprietà della famiglia Damiani dal 1955 anno in cui Pietro Damiani la acquista dall’ultima discendente della famiglia Fiorenzi Martorelli.
Pietro Damiani, agronomo, inizia a lavorare a Carcheri, località sulle colline di Lastra a Signa (FI), nel ’50 dopo che la villa e il suo contenuto avevano subito le ingiurie della guerra. Ristrutturate le coloniche e portate avanti le produzioni, Villa Damiani diviene la dimora della famiglia Damiani. Alla sua morte, i figli danno vita all’agriturismo, migliorano le produzioni di vino e di olio, impiantano nuovi vigneti, e destinano parte della villa alle cerimonie.
Ora, in virtù della rinnovata anima ricettiva, il raffinato complesso prevede la trasformazione degli appartamenti al piano nobile della villa in 5 suites di lusso, mentre il piano inferiore sarà restaurato e dotato di una cucina dove lavorerà una brigata sotto le direttive della chef Nehza Jabbar.
Gli appartamenti adiacenti alla villa e quelli situati nella struttura denominata la colonica, potranno accogliere altri 22 ospiti, mantenendo caratteristiche di alto livello.
Un giardino panoramico conduce all’ingresso della maison agrituristica ove troviamo anche la foresteria ed il ristorante. In quest’ultimo ambiente (2) si respira un’atmosfera rilassante, favorita prevalentemente dai toni cromatici del bianco e del beige, dove gli acuti di colore sono dati soprattutto dall’arredo tavola con tocchi rossi, in tema natalizio. Non si può non ammirare il monumentale e fascinoso lampadario (3) ligneo del ‘700, un sole dai molti raggi che sovrasta letteralmente la sala da pranzo - "Quando capita di abbassarlo, per la normale manutenzione, riempie tutta la stanza" - ci ha confessato Anna Damiani (4).
Ma veniamo ai vini (5) che traggono origine dal vitigno di Sangiovese, Canaiolo, Colorino e Petit Verdot declinati sia in un leggero Rosato, sia nel Chianti di base, sia infine nel possente Riserva e senza dimenticare il classico Vin Santo per chiudere in bellezza secondo la miglior tradizione del territorio.
Del rosato possiamo apprezzare la fruttata leggerezza, del Chianti una gradevole facile beva, del Riserva il corpo anticipato già nel colore.
Un settore, quello vitivinicolo, di grande rilevanza per la Famiglia Damiani che produce circa 30.000 bottiglie.
Dalla cucina, una ulteriore piacevolezza, infatti la chef di origine marocchina Nehza Jabbar (6), la quale annovera collaborazioni con Fabio Testa e Bruno Barbieri, non disdegna ardite ma misurate contaminazioni come il “Tortello total black con seppia arrostita e bottarga di muggine” (7) o il “Cinghiale con prugne datteri ripieni e mandorle fritte” (8) .
In conclusione, una meta per una gradevole gita (a una certa distanza dalla città ma senza esagerare) cui si aggiungerà, tra gli altri, una seducente sorpresa… il “bosco sensoriale”: una serie di piccole costruzioni in legno con rifiniture extralusso che saranno incastonate in un bosco di bambù, in prossimità di uno specchi lacustre anch'esso della proprietà. Un “non luogo” dove dimenticare lo stress quotidiano, con una spa a disposizione e "coccole" annesse.