Galeotto fu il cioccolato, quella tavoletta che gli passò il soldato Rudy. Forse la passione per la Germania, meglio per l’incontro con gli altri, nacque in quel momento, durante la guerra.
Il libro che abbiamo sotto mano è un tourbillon di ricordi, di aneddoti, di fischi e qualche fiasco. Un album da sfogliare con nostalgia, ma anche e soprattutto con il sorriso sulle labbra, con ammirazione per un signore lombardo, il Trap, che è stato calciatore, allenatore, selezionatore di nazionali, opinion leader. Che è stato, ed è tuttora, soprattutto, un uomo a tutto tondo.
Non dire gatto è la sua autobiografia, aggiornata, scorrevole, completa e, appunto, un po’ melanconica. Perché quel calcio (le invettive, “mona”, di Rocco, le telefonate all’alba dell’Avvocato, le fughe d’amore in Svizzera di Mattheus, gli scherzi nell’armadietto di Altafini) non esiste più.
Il merito di Giovanni di Cusano Milanino è stato quello di aver percorso e calvalcato da protagonista ogni epoca, ogni situazione. Vincendo, perdendo, imprecando, spiegando. Sempre, e comunque, da uomo vero. Con (tanti) pregi e (pochi) difetti.
Un giorno vedendo arrivare il suo giocatore Laudrup con una sventola bionda, disse: “Porca miseria, Michelino. Bella sventola quella lì”. E il danese: Grazie mister, è mia mamma. La prossima volta gliela presento”. Come non amare un uomo così, un uomo che le racconta queste cose…?
Autori: Giovanni Trapattoni con Bruno Longhi
Editore: Rizzoli
Anno di pubblicazione: 2015
Prezzo al pubblico: 18 euro.