:: 20 giu 2020

“Pietre della Memoria. Omaggio al Parente”

Marina di Pietrasanta (LU)

Si inaugura domenica 12 luglio, alle 18.30 alla Versiliana di Marina di Pietrasanta (LU) “Pietre della Memoria. Omaggio al Parente”, la mostra dell’artista Andrea Chisesi che proseguirà fino al 23 agosto 2020, con ingresso libero. 

Curata da Marcella Damigella e inserita nel programma del 41° Festival della Versiliana, l’esposizione temporanea è dedicata a Michelangelo, e in particolare al profondo legame che Gabriele d’Annunzio nutriva per il genio di Caprese a tal punto da considerarlo «il Parente». 

In tutto saranno visibili 41 dipinti inediti su tela e 70 opere su carta di Chisesi che, in un percorso tra mito e bellezza, occuperanno le ampie sale della Villa la Versiliana, più una dove saranno proiettati senza soluzione di continuità sei filmati dedicati all’opera dell’artista romano di nascita e poi milanese d’adozione, ma che ormai risiede stabilmente a Siracusa.

Ma non basta: tra le 41 opere su tela ce n’è una, dal titolo Il Vate (e la cui immagine sarà proiettata su una delle mura esterne della Versiliana), che rappresenta l’esclusiva anteprima di “Tempora Vatis”, la nuova mostra che prossimamente l’artista dedicherà a Gabriele d’Annunzio e che si terrà al Vittoriale di Gardone Riviera, sul Lago di Garda, su invito del Presidente Giordano Bruno Guerri.

 

Dalla natura al deterioramento

La mostra “Pietre della Memoria. Omaggio al Parente” segna l’esordio in Toscana di Andrea Chisesi e i suoi monocromi, spinti dalla chiara rievocazione dannunziana, risultano ispirati alla natura e ai suoi elementi, primo tra questi l’acqua e la luce. Nelle 13 sale della Villa si disloca così un percorso temporale che - come scriveva d’Annunzio - rappresenta l’iconografia della «misteriosa facoltà di penetrare in ogni oggetto e di trasmutarsi in esso», quindi la «fusione» vitalistica, in un percorso conoscitivo tra la Versilia e la Grecia antica ed il tempo mitico che permane nel tempo.

Il legame di Andrea Chisesi con la natura - che trasforma senza annientare ciò che di bello l’uomo ha realizzato - è il deterioramento, la bellezza della morte che non è una fine, ma una rinascita, un nuovo stadio delle cose. 

Riferendosi all’arte, d’Annunzio scriveva che «la grandezza di un’opera non si misura al numero dei suffragi che l’accolgono ma sì bene all’impulso ch’ella determina in rari spiriti chiusi, all’ansia subitanea ch’ella solleva in un uomo d’azione o d’accidia o di mercatura, alla perplessità straziante ch’ella agita in una sorte già resoluta».

Dimostrando di aver interiorizzato la “lezione” del Vate, per Andrea Chisesi la bellezza non è un decumano di canoni dal quale l’arte stessa, prodotto di una personalissima rivisitazione, può̀ palesarsi, bensì la voluttà̀ del rigore che con il passare del tempo si piega alla modernità.

 

La mostra

La collezione delle “fusioni”, termine con cui l’artista chiama la sua tecnica, dettata dall’innesto di pittura e fotografia, vanta tra i soggetti la più alta espressione della scultura dall’arte classica a Michelangelo: il Fauno Barberini, il Laocoonte, il Torso del Belvedere, il Mosè, il David e la Nike di Samotracia; questi sono solo alcuni dei soggetti trasposti nel XXI  secolo, portatori di valori estetici, quelli che ognuno di noi conserva come certezza di un contenitore di storia e cultura, uno scrigno indissolubile nel tempo.

Le “colature” sulla tela di Chisesi rivelano l’identità dell’immagine, poiché la sua tecnica sperimentata 25 anni fa permette al colore bianco di accogliere l’immagine, creando un sodalizio tra luce ed ombra, in un frammentato ricordo della sua volumetria; l’immagine appare quasi impalpabile, una rievocazione di tempi perduti, di nuovi miti sacri, cosicché «le pietre della memoria» rimangono sospese come desideri mai sopiti.

L’acqua danza con la gravità, asseconda il colore bianco in un verticismo infinito, le linee scorrono sulla tela creando una fitta ritmica sul fondo scuro, Chisesi analizza la capacità dell’acqua di trasformare la pietra, di ritornare a lei come elisir di vita che mai si sottrae al suo dovere.

Nella lavorazione del marmo l’acqua è un elemento imprescindibile, come nella pittura dell’artista, tanto che d’Annunzio definisce l’acqua «sovrana», cioè vita stessa, che sfugge per sempre. L’acqua di fonte, l’acqua che bagna le tamerici, diventa quindi un tutt’uno con la natura stessa: le gocce lasciano il rigore e di trasformano in foglie, fiori o arabeschi che lui chiama  Matrem, le  preparazioni di Chisesi rivestono di dogmi le immagini donandogli una nuova visione, ricca di natura che con i suoi fiori - i “matrem” nome di un particolare fiore che cresce spontaneamente, - si fonde con la solidità della pietra.

I monoliti sono dipinti con organismi di luce,  concorrono all’affermazione che nella natura si racchiude la vera bellezza.

 

 

INFO MOSTRA

Andrea Chisesi 

Pietre della Memoria “Omaggio al Parente”

A cura di Marcella Damigella

12.07.2020 | 23.08.2020

Inaugurazione domenica 12.07.2020, ore 18,30

Villa la Versiliana, viale Enrico Morin 16, Marina di Pietrasanta (LU)

Aperta tutti i giorni dalle 17,00 alle 23,00

Ingresso libero

Catalogo con testi di Alberto Stefano Giovannetti, Alfredo Benedetti, Massimo Mallegni, Giordano Bruno Guerri, Marcella Damigella, Giuseppe Marseglia 

Produzione: Materiarte

www.versilianafestival.it

www.andreachisesi.com

Email info@andreachisesi.com

 

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