Il vino è frutto di grande sapienza ma è al tempo stesso una cosa semplice, che ha a che fare con la convivialità da “godere” seguendo il proprio gusto. Questi alcuni dei messaggi contenuti all’interno di The Commonsense Book of Wine, un grande classico di Leon D. Adams, il maggiore esperto di vini americano, che viene qui riproposto per la prima volta al pubblico italiano con il titolo Liberi di bere. Un libro che si rivela più attuale che mai, nonostante la sua prima edizione risalga addirittura al 1958, aggiornata innumerevoli volte con il passare del tempo e fino agli anni Novanta. “Sono un instancabile crociato del vino”, ha affermato in diverse occasioni Adams. Tra le sue battaglie più note quella a favore del suo utilizzo quotidiano: un approccio che deve molto agli usi europei e che vede il vino protagonista della tavola, consumato con moderazione durante i pasti e capace di valorizzare i piatti a cui viene abbinato. Buona parte della sua opera di divulgazione guarda quindi nella direzione della semplicità, con l’intento di fornire a un pubblico ampio di appassionati le conoscenze di base per gustare la bevanda con spontaneità, senza avvalersi necessariamente dell’intermediazione degli esperti in materia e “demistificando” la sacralità del servizio.
“Il libro di Leon Adams per noi è come se fosse scritto da un bambino che osserva il mondo con i suoi occhi e non è ancora incasellato negli schemi rigidi del mondo adulto (e vecchio), ed è proprio da qui che vogliamo ripartire per rivoluzionare la percezione del vino e l’esperienza di consumo di chiunque voglia spingersi oltre gettando via le inutili e ingombranti etichette. Addio étiquette da sommelier, benvenuta spontaneità.” Juliette E. Bellavita Brand Manager di Tannico.
Mondadori Electa, 2018
192 pp.
16,90 €