Altro che picchiatori, erano ragazzi che controllavano pacificamente le manifestazioni, personaggi carismatici, che godevano del rispetto di tutti. Chi faceva parte del servizio d’ordine, in quella stagione indimenticabile del ’68, e negli anni seguenti, “anni di piombo”, come sappiamo, è stato con troppa approssimazione accostato alla violenza se non al terrorismo. Luca Pollini, giornalista, saggista e storyteller milanese con interessi che svariano in vari campi della società – dalla musica alla guerra del Vietnam – ha voluto fare giustizia di un’epoca che andrebbe studiata più profondamente e non soltanto celebrata o, al contrario, demonizzata, come sta avvenendo in questo “cinquantenario”. È stata certo una struttura cardine in un mondo giovanile che stava viaggiando a una velocità siderale verso il futuro; un momento di grandi idee, di grande strategie, di grande illusioni, trasformatesi, come sappiamo, troppo presto in disillusione. I ragazzi del servizio d’ordine – mancano le testimonianze “dei giovani di destra, che non avevano servizi d’ordine organizzati”, come dice Pollini - mantenevano compatti i cortei, li difendevano dagli attacchi esterni, dalle provocazioni: all’epoca i black block non si sarebbero potuti infiltrare, non avrebbero avuto spazio di manovra. Sempre attento e sensibile alla questione sociale, alla dinamica del cambiamento, Pollini arricchisce il testo di testimonianze originali, compresa quella di un poliziotto, di mitologie metropolitane – la banda Bellini, i Katanga, il cui nome si deve probabilmente a un giornalista francese di “Le Monde” – di ricordi personali, nostalgici sì, ma che non cadono nelle retorica, né tantomeno scadono nel sentimentalismo. Perché è stata una stagione dura e cruda, quella, difficile, anche, ma straordinariamente formativa, che rende tanti, ancor oggi, orgogliosissimi di aver partecipato a quell’età, a quel momento storico tanto importante da protagonisti.
“Ho intervistato una settantina di ex militanti” - racconta lo scrittore milanese. “Alcuni di loro, hanno ammesso di aver compiuto errori o di essersi illusi ma tutti si sono detti fieri di essere stati protagonisti di un momento storico irripetibile: non rinnegano quell’esperienza anzi, la considerano eccezionale. Dopo un primo momento di diffidenza hanno risposto a tutte le domande dietro alla garanzia dell’anonimato. Non ne ho chiesto il motivo, non mi interessa: ma capisco che non sia facile oggi far comprendere nei luoghi di lavoro o in famiglia il perché di quelle azioni e di quelle scelte. Spero che questo libro – che altro non fa che raccogliere loro racconti – possa facilitarne la comprensione, almeno verso i loro figli».
C’è chi si è perso, come sempre accade, ma sono molto meno di quel che si crede i “compagni” dei servizi d’ordine che si sono dati alla lotta armata; la militanza ha fatto crescere molti, ha fatto capire il mondo. I frutti colti? Libero tutti di pensarla come si vuole; certo a vedere come “fanno la storia” i “millennials”, quali siano i loro divertimenti e le loro passioni, una qualche idea viene, un qualche orientamento questo straordinario documento lo fornisce certamente.
Luca Pollini, Ordine Compagni!. Storie, cronache e leggende dei Servizi d’ordine, Morellini Editore
Milano, 2018, pp. 136, 14,90 euro.