Sapete cos'è il plogging? Uno sport che fa bene a chi lo pratica e anche all'ambiente. Consiste infatti nel raccogliere l'immondizia mentre si corre (plogging: contrazione tra plöck - pulire, in svedese - e jogging). Una sorta di virtuoso triathlon dallo spirito decisamente eco. Era il 2017 quando nacque il concept in Svezia: complici, as usual, alcuni post su Instagram (#plogging) che diedero il via, in tutto il mondo, a questa attività fisica decisamente vocata all'altruismo.
Cosa occorre? Poco o nulla: buone scarpe da jogging e un paio di guanti. Nei parchi, per le strade il perfetto plogger cattura bottiglie, cartacce, mozziconi, insomma spazzatura varia che bipedi maleducati hanno abbandonato in giro senza nessuna cura e senso sociale.
A quanto pare, quello dell'immondizia libera, è un problema mondiale che tocca numerosi Paesi e non solo Firenze dove il turista "ignorante" spesso si sbarazza di bottiglie di birra nelle aiuole o di cartoni di food sul ciglio della strada. Ben venga, quindi, è proprio il caso di dirlo, il plogger che, ovunque si trovi, si prodiga a pulire l'ambiente mentre corre, conciliando benessere fisico a quello etico.
Questo sabato 10 novembre, l'associazione NewCitizens, una sorta di piattaforma internazionale di cittadini impegnati a migliorare lo spazio dove vivono, lancia la giornata mondiale del plogging. Da Parigi a Bogota fino a Los Angeles o Lima tutti a correre, pulendo la propria città.
Firenze, nonostante sia quotidianamente attraversata da migliaia di podisti in lungo e in largo, per ora sembra non aver ancora accolto il mood del jogger anche ambientalista. Forse è presto. Forse c'è bisogno di più propaganda.
La speranza è che anche qui parta questo "virus" benefico. In fondo una smart city come ama definirsi la città del Giglio, non potrà ancora a lungo esimersi.