:: 4 apr 2022

Firenze - Uffizi: omaggio a Andrej Tarkovskij

Il grande regista russo

Letture, musica e testimonianze, per rendere omaggio ad Andrej Tarkovskij. Così le Gallerie degli Uffizi, nella Sala Bianca di Palazzo Pitti, hanno celebrato quello che sarebbe stato il novantesimo compleanno del regista russo, scomparso nel dicembre del 1986. Il testo di poesie del padre del regista, Arsenij Tarkovskij (considerato uno dei principali protagonisti della poesia russa dello scorso secolo), è stato esposto su grandi pannelli; al centro della sala, è stato esposto un ritratto di Andrej Tarkovskij realizzato dal pittore Americo Mazzotta.

L’attore Gianluigi Tosto ha letto frammenti dalla conferenza sull’Apocalisse di San Giovanni che il regista tenne alla St. James Church nel 1984; tra un passo e l’altro, la violinista Natascia Gazzana ha eseguito brani di musica classica e non solo: J.S. Bach (1685-1750), Adagio dalla Sonata I in Sol minore BWV 1001; J.S. Bach (1685-1750), Allemanda dalla Partita II in Re minore, BWV 1004; Tõnu Kõrvits (1969), Monologue dalla Stalker Suite; Ilja Demutskij (1983), The second answer da Four answers to a simple question; Valentin Silvestrov (1937), Serenada. Oltre a Bach, amatissimo da Tarkovskij, le composizioni scelte sono state create da un autore russo (Ilja Demutskij), uno ucraino (Valentin Silvestrov) e uno estone (Tõnu Kõrvits).

A ricordare con commossi interventi Tarkovskij, durante l’evento, sono stati il direttore del museo Schmidt, il figlio del regista e Presidente dell’Istituto Internazionale Andrej Tarkovskij, Andrej Andreevič Tarkovskij, Stefano Garzonio, Professore ordinario di lingua e letteratura russa dell’Università di Pisa, Andrea Ulivi delle Edizioni Meridiana. 

“Oggi - ha aggiunto Andrej Andreevič Tarkovskij - nella drammatica situazione che stiamo vivendo parlare di Tarkovskij è ancora più attuale. Ed è ancora importante e simbolico farlo qui a Firenze, agli Uffizi, il museo che più amò e apprezzò nella sua vita. Mio padre non fu mai un dissidente ma contestava il materialismo della società, la perdita della capacità di ricerca, di sviluppo della nostra spiritualità. Il nostro sviluppo tecnico, materiale, è cresciuto, andato ben oltre, ma quello spirituale è rimasto fermo. Per questo la società è sbagliata, per questo ci sono le guerre”. 

 

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