A Firenze, alla GalLibreria Centro Di, la seconda mostra del ciclo “Centro Di & Guests”, ideato per portare negli spazi rinnovati della storica casa editrice fiorentina, fondata nel 1968 da Alessandra e Ferruccio Marchi, i collezionisti italiani e le loro collezioni. Per mostrare le diverse sfaccettature della pratica del collezionare e la varietà di relazioni ed esperienze di vita che ne possono derivare, la GalLibreria apre questa volta le sue porte, in via dei Renai 20r, alla famiglia Zattoni e alla collezione di opere di Ben Vautier, il noto esponente Fluxus. La mostra, intitolata “Ben Vautier | Pas d’Art | Centro Di & Guests: la Collezione Zattoni”, è curata da Ginevra Marchi e rimane aperta sino al 23 novembre 2018.
La famiglia Zattoni, di Ravenna, colleziona opere d’arte. Il suo interesse per gli artisti Fluxus è antico e, col tempo, cercandone i lavori, ha iniziato a collezionare anche la documentazione che ne testimonia l’opera e, in un certo senso, la vita stessa. Nel caso di Ben Vautier è andata esattamente così.
La prima opera di Ben, Encore un année sans rien foutre, Ermes Zattoni l’ha acquistata agli inizi degli anni Novanta, ma l’incontro con l’artista è avvenuto solo molto tempo dopo. Nel 2010 la famiglia ha avuto l’occasione di comprare l’opera del 1964 Pas d’Art, appartenuta a Dany Gobert, attivo nel Théâtre Total di Nizza, negli anni Sessanta, creato da Ben. Insieme al quadro, il precedente proprietario aveva conservato una serie di documenti del periodo, che sono stati acquistati con l’opera e che hanno portato all’incontro con Ben Vautier. Quando gli Zattoni sono arrivati a Saint-Pancrace, nel gennaio 2011, la prima cosa che Ben ha detto vedendo la sua tela è stata: “Questa non è mia!”. Per fortuna all’incontro era presente la moglie Annie, con una memoria più viva di quella di lui, che gli ha ricordato di aver realizzato l’opera come titolo per uno spettacolo del Théâtre Total. E la visita ha segnato l’inizio di un’amicizia. Gli Zattoni sono tornati in Italia con il quadro e 6 bottiglie di “Le jaja de jau” per ricordo, un buon Syrah del 2008 che nell’etichetta sul retro aveva la scritta “Le jaja c’est le mot d’argot pour vin de tous les jours, le vin plaisir, le vin de soif”.
A quell’incontro, negli anni successivi, ne sono seguiti molti altri, sia a Saint-Pancrace, sulle colline intorno a Nizza, dove Ben vive ormai da tempo, che nella città vicina, alla “Galerie Espace à debattre er Espace a Vendre”, dove l’artista organizza performance.
Un sodalizio ancora vivo nato da un acquisto e da un incontro che, per dirlo con le loro parole, è stato una vera e propria “occasione di vita”.
GalLibreria Centro Di
Via dei Renai 20r Firenze
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