Food :: 11 feb 2019

Sardegna - La guerra del latte

La protesta dei pastori

A tutto c’è un limite e che i prodotti agricoli si possano continuare a vendere sotto costo è un follia commerciale e morale, siano essi le arance del Meridione o il latte in Sardegna come accade in questi giorni (1 - 2), dove, tra l'altro, sono ripresi proprio questa mattina i blocchi stradali dei pastori, in lotta ormai già al quinto giorno per il prezzo del latte. Nella "Strada dei due mari", che collega Porto Torres e Alghero, decine di allevatori si sono dati appuntamento alla rotatoria, dove si incrocia anche la statale 291 che porta a Sassari. Da lì la marcia verso l’aeroporto di Fertilia.
Da oggi si gioca a carte scoperte. I pastori (3) hanno ufficializzato la loro richiesta sul prezzo del latte: vogliono un euro al litro più Iva. Ma la battaglia si preannuncia durissima, anche perché nel gruppo Facebook "Pastori di Sardegna", in cui l’allevatore Gianuario Falchi ha pubblicato la richiesta di un euro più Iva, un imprenditore di Thiesi, Paolo Mannoni, ha spiegato la ragione per cui “non si possono pagare più di 60 centesimi“. Blocchi stradali si registrano anche nel Nuorese, nel Cagliaritano ed in altri tre centri del Sud Sardegna.
La gravità del fatto (pagare sottocosto un prodotto agricolo di primaria importanza nutrizionale peraltro) non può né deve passare inosservata, pur nella gravità generale del periodo che l’Italia e l’Europa stanno purtroppo vivendo.
Così domani è prevista anche una manifestazione a Roma, davanti a Montecitorio, come annuncia la Coldiretti che apre un fronte di lotta contro l’articolo 62 della legge 1 del 2012 (Disposizioni urgenti per la concorrenza), “nata proprio per combattere speculazioni e pratiche sleali”. Invece, “re remunerazioni offerte – spiegano dall’associazione di categoria – non sono solo indegne e offensive per i pastori, ma anche illegali perché la legge 1 vieta ‘qualsiasi comportamento del contraente che, abusando della propria maggior forza commerciale, imponga condizioni contrattuali ingiustificatamente gravose, ivi comprese, ad esempio qualsiasi patto che preveda prezzi particolarmente iniqui o palesemente al di sotto dei costi di produzione”.
Le politiche agricole UE ed interne sono certo soggette alle delicate dinamiche dell’economia e del mercato, ma non per questo dobbiamo o possiamo dimenticare che l’alimentazione è la base della vita stessa e della salute: niente sconti a nulla e nessuno, men che meno al latte (4).

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