La plastica, killer lento e inesorabile, ci sta soffocando. E con noi l'ambiente. Una morte graduale, conosciuta, preannunciata. Di questo problema grave se ne parla nel libro fresco di stampa "Plastica addio" edito Altreconomia, dove le due autrici, la scrittrice e documentarista Elisa Nicoli e l'antropologa Chiara Spadaro, affrontano il tema in modo completo ed esaustivo. La plastica è raccontata in tutte le sue sfumature e in tutti suoi aspetti: i numeri globali, la situazione in Italia, i danni prodotti su ambiente e salute, senza naturalmente omettere soluzioni pratiche per una vita “zero waste". Così è da sapere che la plastica che usiamo una sola volta, per esempio, e poi gettiamo resta nell'ambiente anche per secoli. Come i famigerati sacchetti che possono metterci dai 10 ai 20 anni per decomporsi in mare con tutti i danni che ne conseguono anche sulla catena alimentare umana a causa delle microplastiche che si generano (di cui pure il suolo è ambito di studio per l'assorbimento dei terreni di cui si nutrono i lombrichi e quindi i polli e le galline, afferma il Prof. Sergio Bernasconi membro dell'associazione medici per l'ambiente). E ancora... folle solo a dirsi: le microplastiche sono state trovate perfino in alimenti come lo zucchero, il sale marino e il miele. Ma ecco i numeri che impressionano: la produzione mondiale di plastica è di circa 350 milioni di tonnellate, ed è destinata ad aumentare nei prossimi anni. E nel mare nostrum confluiscono ogni anno 8 milioni di tonnellate di rifiuti plastici. La plastica costituisce il terzo materiale umano più diffuso sulla Terra dopo l’acciaio e il cemento di cui i sacchetti di plastica sono il prodotto di consumo più diffuso al mondo.
A questo punto la domanda sorge spontanea: come uscire da questa tragedia umana ed ambientale? Consapevolezza e determinazione per un cambiamento vero e sopratutto rapido. Certo, il ricco libro di oltre 200 pagine ben fruibili, non vuole essere una sorta di diktat stalinista, tanto che le autrici capiscono e conoscono la difficoltà di eliminare completamente l'ondata di plastica che ci "viene incontro" ovunque e dovunque (Non so voi, personalmente ho provato a vivere un weekend senza acquistare plastica tra imballi di supermarket e farmacia... un'impresa ardua! Ma ammetto che mi mancava il metodo e la conoscenza). No a un atteggiamento esasperato quindi, consci anche che non di tutta la plastica si può rinunciare come negli ospedali dove per questioni igieniche molti interventi medico-chirurgici non sarebbero fattibili senza. Ma partendo dal presupposto che la plastica deve essere meno, un'esistenza che si avvicini al "zero waste" è praticabile. Utilissime le preziose linee guida e accortezze della Nicoli che nella seconda parte del volume (da pag. 105) illustra a vari livelli di target: il principiante, l'esperto e il professionista. Complici la creatività e la sensibilità di ognuno. Al via quindi alle centinaia di alternative e ai trucchi fai-da-te per preparare una lista della spesa plastic free (a partire dai sacchetti), curare la casa e l'igiene personale, scegliere gli abiti, viaggiare, gestire l’ufficio senza rifiuti plastici.
Ma il percorso è comunque in salita: la battaglia contro la plastica è prima di tutto culturale. Il riciclo, per esempio, per quanto indispensabile, non è una soluzione. Da quando esistono i materiali plastici, infatti, meno del 10% è stato riciclato e in natura ci sono già 6,3 miliardi di tonnellate di plastica sparse. La produzione di bio-plastiche è invece una strada importante, ma allo stato dell'arte costituisce ancora una soluzione solo parziale. In ogni modo, il miglior imballaggio in assoluto è il vetro.
Un vademecum indispensabile da leggere, rileggere, sottolineare. Una guida eccellente per contribuire a salvare Madre Terra e la vita dei nostri figli. Perché come diceva Mandela "un gesto può cambiare il mondo".
“Plastica addio. Fare a meno della plastica: istruzioni per un mondo e una vita 'zero waste'”, di Elisa Nicoli, Chiara Spadaro, 208 pagine, 14,50 Altreconomia