Le tecnologie per il verde pensile di Harpo.
Tre soluzioni di riqualificazione urbanistica. Tre maniere per lottare contro il degrado, riempire di verde la città, far rinascere le periferie. Sono i progetti, anzi le realizzazioni presentate da Harpo, azienda triestina specializzata in tecnologie per il verde pensile, con due secoli di storia alla spalle (1).
La prima di queste soluzioni chiamata “Un giardino pensile contro il degrado”, la si può osservare in viale Agosta a Roma dove un giardino in stile “zen” ha sostituito una fontana che campeggiava in un’area degradata. La sapiente combinazione di pietre e ghiaia ricostruisce gli elementi tipici del giardino giapponese, con muschi e felci a completare l’opera.
A Baia Sistiana, nei pressi di Trieste, in una suggestiva insenatura carsica, il progetto di riqualificazione urbana ha permesso di restituire alla vista il tipico paesaggio del Carso sventrato da una cava. “Là dove c’era una cava… c’è il verde” è il nome dell’iniziativa, che ha permesso di “immergere” nella vegetazione un intero complesso residenziale a totale risparmio energetico, con tanto di piante autoctone sui tetti (1 - 2).
Ancora all’insegna del verde pensile il terzo esempio di riqualificazione urbana, stavolta a Cinisello Balsamo in provincia di Milano. Chiamato “Community roof top garden… Rinascono le periferie” vede orti e giardini sui tetti a offrire, ancora una volta, importanti benefici estetici e sociali con la creazione di spazi di aggregazione del tutto inattesi in certi contesti.