TIP TAP… gastronomico

Non è un nuovo ballo, ma il TTIP: un acronimo (Transatlantic Trade and Investment Partnership) che potrà cambiare il mondo anche nel settore alimentare, modificandone sostanzialmente le regole internazionali.

Infatti, fino ad oggi sappiamo, più o meno, che una bistecca è una bistecca anche grazie alle molte leggi nazionali ed europee che ne regolano l’allevamento ed alimentazione prima, la macellazione poi, il trasporto la conservazione e commercializzazione infine.

Da domani, certamente, lo scenario non sarà più tale e potremo forse vedere, per parafrasare Blade Runner, “cose che voi umani non potete nemmeno immaginare” senza andare ad ovest di Orione… ma sarà proprio vero?

Il trattato in corso di negoziazione avvolta dal segreto più che dal riserbo, lascia non poche perplessità anche agli stessi europarlamentari, che si sono già in passato mostrati “severissimi”, ad esempio, su una quantità industriale di sciocchezze: dalla misura dei fagiolini per potersi fregiare di tal nome, al peso delle mele. Ora, forse, la situazione è più seria e, soprattutto, gli interessi di gran lunga maggiori. Non a caso infatti lo scorso 16 Aprile il Comitato Parlamentare UE coinvolto preliminarmente nella trattativa ha visto ben 6 dei 14 membri opporsi ad alcune clausole contenute nel progetto di accordo sotto esame.

Si tratta di disegnare ex novo molte norme legislative-commerciali per permettere la creazione di un ampio mercato intercontinentale di libero scambio tra Unione Europe e USA, dal respiro semi globale da contrapporre allo strapotere asiatico e che potrebbe permettere al vecchio continente, e alle sue aziende ovviamente, di recuperare non poco terreno.

Fin qui tutto bene, almeno a parole, ma chi pensa al consumatore e nel settore alimentare specialmente? Cosa possiamo realisticamente aspettarci?

Dobbiamo subito eliminare alcuni falsi miti, la disinformazione essendo il peggior nemico, specie quando, come nel caso delle norme UE, il cittadino europeo, ma pochi lo sanno, ha a sua disposizione un numero diretto cui potersi rivolgere: 00 800 67891011.

In sintesi ecco 10 punti da chiarire, secondo i suggerimenti della Commissione Europea

1. gli standars che in UE sono certamente molto più attenti alla salute dei consumatori

2. i sistemi di controllo sulla salute alimentare

3. l’aumento dell’interscambio commerciale

4. la regolamentazione delle reciproche controversie

5. la privatizzazione dei servizi pubblici

6. le diversità culturali

7. lo sviluppo sostenibile

8. i Paesi in via di sviluppo

9. trasparenza e poteri di influenza

10. i sistemi di governante

Insomma, se tanti sono i dubbi una almeno è la certezza: nell’attesa che il ballo inizi, forse i consumatori UE farebbero bene a ballar meno ed informarsi di più…

 

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