tic-tàc, tic-tàc...
il tempo che corre, il tempo delle mele, il tempo interiore, quello oggettivo…
Non c'è sostantivo più evocativo, suggestivo, romantico ma anche "tiranno" o "al contrario" come quello di Paolo Uccello per la cattedrale di Santa Maria del Fiore a Firenze. Il tempo, appunto. Mille modi per rappresentare ciò che ci accompagna inesorabilmente per tutta la vita. E anche Alessi proprio per il Salone del Mobile 2016 lo mette in scena, e lo fa in grande stile, proponendo l’interpretazione di un quintetto d’eccezione: Abi Alice, Giulio Iacchetti, Daniel Libeskind, Studio Job e Mario Trimarchi. Designer e architetti straordinari che si sono cimentati a plasmare la loro idea del tempo in oggetti affascinanti.
Daniel Libeskind, architetto tra i più attivi e vivaci di questo inizio secolo, e gli artisti/designer fiamminghi Studio Job, realizzano rispettivamente “Time Maze” (1) e “Comtoise” (2). Per l’architetto statunitense il tempo è un labirinto rosso che “può sterzare all’improvviso per segnare l’evento inaspettato”. Il duo fiammingo vuole invece dare un senso storico alle cose “con un orologio da parete ispirato al modello del pendolo Comtoise del XVII secolo”.
Con “Infinity Clock” (3), la designer australiana Abi Alice traduce in curve regolari e continue, che generano un movimento infinito, l’incessante scorrere delle ore, mentre per “Dotty Clock” (4) si lascia ispirare dagli antichi sistemi di misurazione e dalle forme geometriche di oggetti d’uso comune: “coinvolgendo anche il mio interesse nei confronti dei colori, ho cercato di dar vita a combinazioni vivaci”. E Giulio Iacchetti con “Ora In” e “Ora Out” (5) propone ”una sorprendente soluzione formale dell'orologio inventando la nuova categoria di orologi "da angolo".
Insomma, moleskine alla mano è "tempo" di annotare tra i mille appuntamenti al Salone, la visita al Flagship Store Alessi di via Manzoni dove sarà possibile vedere le singole creazioni "temporali" dei vari creativi, negli espositori personalizzati da ciascun autore.