Food :: 25 set 2019

Smaltire i rifiuti domestici - Cosa sapere?

L'apporto di Laura Lo Presti con Genuino.zero

A volte pare un incubo. L'acqua è in bottiglie di plastica. La spesa al banco gastronomia del supermarket viene consegnata in imballaggi (anche doppi) di plastica. La parte drogheria sempre delle varie catene della DM (Distribuzione Moderna) è un trionfo di plastica. Per non parlare dei blister delle medicine, dei cotton fioc, di cover varie per tablet o cellulari, giocattoli etc. La plastica ci sovrasta tanto che nel 2050 in mare ci sarà più plastica che pesci. La drammatica dichiarazione arriva dalla Fondazione Ellen MacArthur, una delle 10 fondazioni private più grandi negli Stati Uniti d'America la cui mission è supportare le organizzazioni che promuovono l'economia circolare. Di questo e dello smaltimento rifiuti se ne è discusso recentemente in occasione della prima giornata "genuina" organizzata da Genuino.zero di cui abbiamo già parlato il 20 settembre 2019 QUI.

Protagonista dell'incontro volto a fare maggior chiarezza sul problema della corretta gestione dei rifiuti (ma questo dove lo butto?) la bravissima Laura Lo Presti di Ekoe (1 - 2), cooperativa abruzzese per la commercializzazione di prodotti ecologici, compostabili e riutilizzabili.

"Il rifiuto migliore è quello che non viene prodotto; come essere umani siamo la specie più impattante, creiamo oggetti inquinanti, sia quando li produciamo sia durante lo smaltimento" - ci racconta la giovane attivista ambientale (3). Un problema che non riguarda gli altri "ospiti" di madre terra, come gli animali o le piante. Il così detto homo sapiens, invece, ama percorrere la via dell'autodistruzione "consapevole".

Ma torniamo al meeting... E' indubbia l'urgenza di ripensare a un nuovo stile di vita e a un'economia che non distrugga più l'ecosistema. In una parola, economia circolare. Un modello cioè che produca il minor numero di rifiuti. Certo, è impossibile arrivare a una soglia di zero waste, ma ridurre è auspicabile. Di più improrogabile. Complice anche l'esempio di economia del riciclo (4) orientato ad allungare il più possibile la vita dei prodotti. Certamente, il peggiore è quello che pratichiamo di più e cioè l'economia lineare: si produce, si usa e si butta. Cosa fare dunque? Una buona raccolta differenziata, conscia e intelligente, è già un'azione virtuosa. E da qui l'importanza di diminuire l'indifferenziato. Tutto ciò che non può essere riciclato, infatti, finisce inesorabilmente nell'inceneritore con evidenti ricadute sulla nostra salute oltre che sulle nostre tasche. Ma come si separa la spazzatura? Innanzitutto, si dividono solo gli imballaggi. "Sì perché, per un problema normativo, il sistema di raccolta si basa sul pagamento da parte dell'industria del contributo ambientale Conai e quindi tutto ciò che non rientra nella categoria imballaggi non può essere differenziato, salvo alcune deroghe"- ci illustra la relatrice. Così il giochino di plastica di vostro figlio non può finire nei rifiuti della plastica perché non è un imballo. Le eccezioni sono i piatti e i bicchieri di plastica monouso che ora possono essere convogliati nella plastica mentre le posate solo nell'indifferenziato. Insomma, un vero rompicapo. Per non parlare di quando ci troviamo tra le mani un pack di materiali diversi: i cosiddetti poliaccoppiati. Come la confezione di biscotti del Mulino Bianco in parte cellulosa e in parte alluminio. La normativa dice che l'imballo poliaccoppiato si smaltisce nel contenitore del materiale di cui il prodotto è maggiormente (in percentuale) composto. A tal proposito Barilla lo evidenzia sulla confezione, suggerendo lo smaltimento nella carta ma... non tutti sono così "trasparenti". In fondo basta un segno per accompagnare il povero consumatore a fare la cosa giusta quando si "perde" di fronte ai famigerati bidoni. C'è ancora molto da fare anche se catene come Natura sì o Coop si stanno sempre più attrezzando in tal senso. Dal canto nostro possiamo orientarci verso delle scelte diverse e oculate: comprare una cannuccia "per sempre", in acciaio lavabile in lavastoviglie (ma ne esistono anche in bio plastica, di mais, commestibili etc) o ricordasi, ogni volta che si fa la spesa, di munirsi di borse - shopper - in tessuto magari home made (più glam), o ancora acquistare detersivi sfusi etc. E riflettere prima di comprare d'impulso. 

Certo, vale comunque la dichiarazione della Lo Presti - "Tutti noi possiamo sbagliare nello smaltimento dei nostri rifiuti, "responsabile", però, è l'industria che, nella maggior parte dei casi, commette un errore nel progettare". 

Noi in ogni caso dobbiamo dare il nostro contributo, senza aspettare i miracoli che non arriveranno forse mai dal summit di New York e dai “grandi” della terra, ma dalle piccole-grandi cose, i molti gesti esemplari, che ogni giorno abbiamo l'obbligo di porre in essere. SUBITO o vogliamo lasciare solo immondizia ai nostri figli?! 

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