Se molti sono i libri che meritano di essere letti e regalati, pochi sono quelli che andrebbero riletti, rari quelli che dovrebbero essere obbligatori. Tra questi certamente quello scritto da Nicolò Carnimeo ed edito Chiarelettere che è tanto triste e drammatico, quanto indispensabile per la coscienza e conoscenza di un problema ormai non più procrastinabile: l’inquinamento marino dovuto alla imperante presenza di plastiche, sostanze tossiche e radioattive purtroppo volutamente “dimenticate” anche nei nostri mari (1 - 2).
Dalla distruzione delle scorie dolosamente o colposamente gettate in mare, alla catena alimentare e quindi a noi stessi, il passo è breve ed è così ottuso e criminale cercare di non vederlo o dimenticarlo, quanto idiota ed autolesionista per noi stessi prima che per i nostri figli.
Sorge spontanea la domanda: come possiamo non renderci conto che ogni gesto anche apparentemente insignificante, si ripercuote inesorabilmente sul pianeta? Così gettare un cotton fioc usato nella tazza del water, lo trascina tramite gli scarichi fognari ai fiumi e da questi ai mari, per finire poi nello stomaco di delfini o tartarughe, oppure disgregarsi dopo molte decine di anni nel plancton marino e da questo come microplastica nella catena alimentare fino all’uomo, contribuendo alle sue modifiche genetiche e patologiche.
Se non vogliamo continuare a suicidarci, dobbiamo leggere e far leggere questo libro ed ancor più modificare i nostri comportamenti: dall’utilizzo delle plastiche monouso (3), alle insane abitudini di comprare prodotti inscatolati ed imballati oltre il necessario.
Siamo in guerra, la guerra della sopravvivenza del pianeta ed avevamo bisogno - anche - di una ragazzina svedese, Greta Thunberg, di soli sedici anni per ricordarcelo (4): ora nessun taccia!