Fresco di presentazione il progetto Slow Food Travel Valli dell’Alto Tanaro. Si tratta del terzo territorio (il primo in provincia di Cuneo, il secondo in Piemonte) nel quale Slow Food ha portato a compimento il lavoro di mappatura e messa in rete delle realtà per un’offerta turistica sostenibile, in linea con la propria filosofia. Ma vediamo in breve questo lembo di terra prezioso e ricco di biodiversità che sorge nella parte sud-orientale della provincia di Cuneo (1 - 2)...
Trade union tra le Langhe e la Riviera del Ponente Ligure, luogo di confine vanta un paesaggio variegato con contrasti che vanno dalle linee più dolci e collinari della bassa valle, a quelle verticali e decisamente alpine delle sue vette, tra le quali si intuiscono ancora le tracce di terrazzamenti eroici, sostenuti un tempo da una rete fittissima di muretti a secco. Scelto da appassionati di trekking, mountain bike e arrampicata è anche fonte di studio costante da speleologi internazionali per il sistema sotterraneo di grotte, di cui molte ancora inesplorate. Ma qui è anche il palato a essere un atout (3)....
Forte di questi tesori, le Valli dell’Alto Tanaro diventano, grazie all'impegno di Slow Food Travel, delle vere e proprie experience per scoprire le origini e la diversità dei cibi e delle culture locali, da vivere tutto l'anno. Ispirati ai valori del buono, pulito e giusto, coinvolgono i produttori e gli artigiani del cibo, la ristorazione più fedele al territorio e l’accoglienza più autenticamente “slow”, disegnando un nuovo modello di viaggio, fatto di incontri e scambi (4).
I custodi dei castagneti: una piacevole passeggiata nel castagneto con la possibilità di immergersi in un vero e proprio percorso didattico dedicato alla scoperta del mondo della Castagna Garessina. La visita tratta aspetti ludici, culturali e colturali: dal legno della pianta con cui l’artigiano Giaccone crea le sue opere, ai fiori che nutrono le api di Alchimiele, alle castagne dell’azienda agricola Marco Bozzolo.
Passeggiata e foraging: accompagnati dalla guida escursionistica Simone Rossi si va alla ricerca di piante spontanee usate tradizionalmente in cucina, ricevendo informazioni su come si viveva in passato a Chionea. Al rifugio Chionea, laboratorio di cucina con erbe spontanee.
Visita al mulino storico San Sebastiano per un salto nel passato tra vecchie macine e antiche macchine agricole. Dopo aver imparato come si macinava in passato si ripercorrono le fasi di una ricetta che si tramanda da generazioni, quella delle paste di meliga del monregalese, Presidio Slow Food, illustrata dalla pasticceria Cagna.
Michele Rumiz, project manager Slow Food Travel si è detto estremamente contento dell’esperienza appena sperimentata e di aver lanciato questo territorio, il terzo nel mondo. Slow Food è impegnato attualmente anche in altri paesi e regioni d’Italia su questo nuovo concetto di turismo, che non si limita a tracciare itinerari enogastronomici, ma coinvolge i protagonisti locali rendendoli parte attiva e stimolando la loro creatività e consapevolezza. "Per Slow Food questo è un progetto innovativo, il primo è stato realizzato in Carinzia (Austria), presto nasceranno cinque territori Slow Food Travel in Svizzera" - ha continuato - "Qui nelle Valli dell’Alto Tanaro la gente ha voglia di raccontare e di spendersi, e noi a Slow Food siamo convinti che la qualità sia un racconto, non una degustazione alla cieca".
I due percorsi piemontesi Slow Food Travel, Montagne biellesi e Valli dell’Alto Tanaro sono stati realizzati grazie al contributo di Compagnia di San Paolo.
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