Food :: 30 lug 2020

Pesce fresco in tavola - Scatta il fermo pesca

Grigliate o fritture, occhio all'etichetta "area di pesca"

Come ogni anno, al via dal 31 Luglio il fermo pesca per garantire la salvaguardia della fauna marina (1 - 2).

Con andamento, per così dire, a staffetta, in base alla riproduttività dei pesci, quindi il fermo pesca contemplerà inizialmente l'attività dei pescherecci (2 - 3) dal Friuli Venezia Giulia al Veneto, dall'Emilia Romagna fino a parte delle Marche e della Puglia. "Lo stop inizialmente varrà infatti" - spiega la Coldiretti - "da Trieste ad Ancona (dove si tornerà in mare il 6 settembre) e da Bari a Manfredonia (rientro previsto il 29 agosto), mentre lungo l'Adriatico nel tratto da San Benedetto e Termoli le attività si fermeranno il 17 agosto (fino al 15 settembre). Per quanto riguarda il Tirreno il blocco scatterà da Brindisi a Napoli dal 7 settembre al 6 ottobre e da Gaeta a Civitavecchia dal 14 settembre al 13 ottobre. Il 2 ottobre partirà, invece, il fermo da Livorno a Imperia mentre per Sicilia e Sardegna l’interruzione delle attività sarà, infine, fissata su indicazione delle Regioni". 

Il fermo scade quest’anno in un momento difficile per il settore, duramente colpito dall’emergenza coronavirus con danni da 500 milioni di euro stimati da Coldiretti Impresapesca per effetto di produzione invenduta, perdite economiche derivanti dal crollo dei prezzi e dal deprezzamento delle specie ittiche a maggior pregio non richieste dalla ristorazione, ancora alla prese con una difficile ripartenza. Se il lockdown dei mesi scorsi ha già favorito il consumo di prodotto surgelato, che in 9 casi su 10 arriva dall’estero, il fermo aumenta ulteriormente il rischio di ritrovarsi prodotto straniero nel piatto per grigliate, zuppe e fritture, soprattutto al ristorante dove il pescato viene servito già preparato, se non si tratta di quello fresco Made in Italy proveniente dalle altre zone dove non è in atto il fermo pesca, dagli allevamenti nazionali o dalla seppur limitata produzione locale dovuta alle barche delle piccola pesca che possono ugualmente operare.

“Per non cadere in inganni pericolosi per la salute occorre garantire la trasparenza dell’informazione ai consumatori dal mare alla tavola estendendo l’obbligo dell’indicazione di origine anche ai menu dei ristoranti con una vera e propria ”carta del pesce” - ha dichiarato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che - “passi in avanti sono stati fatti sull’etichettatura nei banchi di vendita, ma devono ora essere accompagnati anche dall’indicazione della data in cui il prodotto è stato pescato”. Per effettuare acquisti di qualità al giusto prezzo il consiglio di Coldiretti Impresapesca è dunque di verificare sul bancone l’etichetta, che per legge deve prevedere l’area di pesca (GSA). Le provenienze sono quelle dalle GSA 9 (Mar Ligure e Tirreno), 10 (Tirreno centro meridionale), 11 (mari di Sardegna), 16 (coste meridionali della Sicilia), 17 (Adriatico settentrionale), 18 (Adriatico meridionale), 19 (Jonio occidentale), oltre che dalle attigue 7 (Golfo del Leon), 8 (Corsica) e 15 (Malta). Ma si può anche rivolgersi alle esperienze di filiera corta per la vendita diretta del pescato che Coldiretti Impresapesca ha avviato presso la rete di Campagna Amica.

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