Siamo alle porte di Novara, all’interno dell’outlet di Vicolungo dove, da qualche mese, ha aperto i battenti, in un ambiente informale e al tempo stesso curato, Antonino – Il banco di Cannavacciuolo. Un nuovo format gastronomico di 144 mq ideato dal noto chef di origini campane che propone il cibo di strada in chiave gourmet pensato per un consumo immediato e on the go tipico dei grandi spazi commerciali (1 - 2). Qualche esempio? Il cuoppo di frittura, i paccheri al ragù espressi, la mitica mozzarella in carrozza, la parmigiana di melanzane, la pizza fritta (3 - 4) etc. Tra le dolci delikatessen non possono mancare le sfogliatelle o il babà ma anche deliziose code d’aragosta perfette se abbinate al gelato o al caffè. Il nuovo locale porta la firma dallo studio torinese lamatilde e si pone come autentica espressione della “calda” convivialità tipica della cucina locale popolare del sud Italia (5). “Il banco di Cannavacciuolo strizza l’occhio alla semplicità dei mercati: è la piazza ideale di Antonino, il luogo dove scoprire il cibo di strada dello chef stellato”, raccontano i designer. Lo street food è protagonista in tutte le sue declinazioni diventando fil rouge assoluto dell’allestimento, dell’immagine coordinata e delle varie fasi di produzione (6), vendita e consumo delle creazioni di Antonino.
La pianta è divisa funzionalmente in due, con un’area destinata alla preparazione dei prodotti e una per la vendita e il consumo degli stessi. Gli elementi architettonici presentano una disposizione tradizionale, con il bancone centrale sul fondo. A rafforzare la prospettiva frontale, che valorizza strategicamente i prodotti disposti lungo le linee di fuga, i due accessi laterali ai locali di servizio. Un secondo bancone trasversale al primo, i tavoli e le sedute, invece, stemperano la regolarità della pianta. Lungo le pareti laterali una struttura a tendalini, realizzata con pannelli specchiati, costituisce l’ultimo elemento della piazza ideale di Antonino: uno spazio di aggregazione che rievoca l’immagine del portico e il susseguirsi di tendoni dei banchi di un mercato immaginario.
Una gradevole sosta golosa tra un acquisto e l'altro, in un ambiente cordiale e accogliente proprio come nello spirito made in Napoli.