Un nuovo concept ha aperto da poco i battenti in via Noe 24, in piena Città Studi. All’interno di un hotel, con camere anche per lunghe residenze, che si ispira ai cohousing assai diffusi in Nord Europa (1 - 2), 21 Wol Bistrot porta a Milano una cucina di tipo mediterraneo che fonde classici italiani rivisitati con piatti mediorientali (3) grazie allo chef Israeliano Roy Sigora (4 - Primo da Sx). Nato a Gerusalemme nel 1984, ha seguito un corso di studi culinari e appena uscito dalla scuola trova subito posto nel prestigioso ristorante Onza ottenendo grande successo. Spirito libero, decide di spostarsi a Melbourne, in Australia per tre anni, arricchendo le sue conoscenze sulle materie prime locali e sulla cucina internazionale. Nel 2013 ritorna in Israele al ristorante Claro, uno dei più acclamati e reputati del paese. Nel 2018 un incidente in moto lo tiene fermo per qualche tempo, ripensando ancora una volta alla propria vita professionale. Nasce così l’idea di un ulteriore esperienza a Milano da 21 Wol. Qui, propone una cucina da lui stesso definita “levantina” mix di piatti di Israele, Libano, Siria ed Egitto, che partendo da antiche ricette, aggiorna con un tocco di leggerezza e modernità. Nella degustazione assai appagante a cui abbiamo partecipato alcuni giorni fa, si è iniziato con melanzane, yogurt e cipolla croccante, in cui il latticino ha favorito un grande equilibrio di freschezza con le due verdure. Successivamente, un hummus classico ben eseguito con un eccellente agnello alle sette spezie, che in porzione più abbondante entra nello Shawarma, uno street food servito di solito con pita artigianale. “Le sette spezie usate per il piatto variano come componenti e dosaggi da cuoco a cuoco un po’ come avviene per il curry in India e Thailandia" - ci ha spiegato lo chef. Menzione speciale per Halloumi grigliato con mostarda di fichi fatta in casa, una sorta di formaggio primosale piastrato assolutamente straordinario per cottura, consistenza e sapore. Okra croccante con pomodorini passiti, un'altra portata di notevole gradevolezza, è riuscita ad esaltare con una cottura particolarmente veloce, una verdura altrimenti poco saporosa. Concludendo la parte salata con una fresca insalata israeliana con pomodori e cetrioli impreziosita da una sfera di yogurt disidratato e lavorato ricoperta di sesamo nero. Non meno intriganti i dolci, una sorta di panna cotta, più leggera perché fatta col latte con un magnifico sciroppo di rosa home made, dal delicatissimo sentore, cosa assolutamente inusuale per una tale preparazione che gli dona una classe speciale e che denota la grande mano dello chef, ed un cannolo di pasta kataifi ripieno di yogurt al sentore di agrumi. Un caffè di alto livello preparato dal maestro caffettiere Davide Valenziano, esperto in estrazioni ed infusioni, ha concluso degnamente il gustoso pasto. Un'esperienza gastronomica insolita ed assolutamente da provare, in una struttura di grande eleganza (5 - 6).