Food :: 15 nov 2015

LA STORIA INFINITA DEL LATTE

EUROPA O FANTASCIENZA?

Ancora una volta ritorna la storia senza pace sul primo alimento che l’uomo inizia a conoscere già da neonato, il latte appunto. Ed ancora la nostra “cara” Europa ci pone in situazioni difficili e poco sostenibili.

Come precisa infatti Coldiretti (1) in un suo recente comunicato stampa: “ Sono già migliaia gli allevatori delle diverse regioni con mucche e trattori che dalle prime ore del giorno si sono mobilitati per la guerra del latte, per difendere cioè il lavoro, gli animali, le stalle, i prati ed i pascoli custoditi da generazioni. L’Italia rischia concretamente di perdere per sempre la propria produzione di latte perché quasi la metà del latte consumato in Italia viene oggi dall’estero e la situazione è precipitata nell’ultimo anno con il taglio pesante nei compensi riconosciuti alla stalla dove mancano anche quei pochi centesimi al litro necessari per garantire l’alimentazione delle mucche ed evitare la chiusura”.

Come già in passato subiamo e non poco, la concorrenza (leale?) dei nostri cugini, in questo caso si tratta della multinazionale francese Lactalis, che dopo aver conquistato i grandi marchi nazionali Parmalat, Galbani, Invernizzi e Locatelli è diventata il primo gruppo del settore. Oltre 400 milioni di euro andati in fumo in sedici mesi, commenta sempre la stessa Coldiretti (2): quanto cioè hanno perso gli allevamenti da latte lombardi dal luglio 2014 a ottobre 2015 a causa del crollo del prezzo del latte alla stalla, precipitato dai 44 centesimi al litro, pagati in media fino a metà dello scorso anno ai 34 centesimi al litro, registrati in diversi casi nell'ultimo periodo.

Secondo quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo, la mobilitazione degli allevatori continua e si estende dallo stabilimento della Lactalis a Ospedaletto Lodigiano (Lodi), fino ai supermercati delle grandi città, proprio per sensibilizzare maggiormente l’opinione pubblica nazionale; da Torino a Bologna, da Venezia a Bari, da Milano a Roma dove saranno portate anche le mucche che gli allevatori non sono piu’ in grado di mantenere.

Ma come dicono i Giuristi, “quid juris”? Quale è cioè la questione in punto di Diritto? Come sempre nel variegato mondo della Legge difficilmente esistono posizioni tranchant, quasi mai nulla è chiaro anche perché quel soggetto che nessuno conosce – il Legislatore appunto – cambia spesso e non raramente con danni.

Il primo punto critico è forse dato dalla scarsa e non sempre tecnicamente qualificata presenza dei nostri Europarlamentari che, come tutti sanno, a volte brillano per la propria assenza dalle aule di Bruxelles , Strasburgo e Lussemburgo pur con le dovute eccezioni.

Il problema quindi prima che giuridico è ancora una volta politico e verrebbe il caso di domandarsi perché, cito a caso, il Regno Unito ad esempio, è sempre molto attento ed ostile ai progetti legislativi europei fin dalla loro gestazione, combattendo strenuamente per gli interessi dei suoi sudditi. E in Italia ove i sudditi non esistono più, abbiamo ancora cittadini o forse solo “consumatori consumati” ?

Intanto, il dossier sulla situazione di squilibrio contrattuale dei produttori lattiero-caseari in Italia che contiene anche un’ampia sintesi dei costi di produzione e dei prezzi di consumo è stato consegnato, acquisito e registrato dall’Autorità Garante della Concorrenza e del mercato (Agcm) i cui vertici hanno assicurato il pronto e rapido interessamento, in attesa di buone nuove, speriamo...

Mi viene, infine, un ricordo da studente liceale, quando traducendo dal Greco Luciano di Samosatra che oltre duemila anni or sono scriveva il primo testo di fantascienza, leggevo incredulo (credendo di aver sbagliato tutto) “Navigavamo in un mare di latte” … ma era vero; solo che il nostro simpatico Prof aveva dimenticato di avvertirci delle caratteristiche romanzate di quel brano... Dovremo ora aspettare un sogno per veder difesi il latte e la nostra agricoltura? O sperare che i nostri Deputati a Bruxelles non si comportino come fino ad oggi?

Pardon, avevo detto di non voler parlare di fantascienza!

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