Chattiamo con la chef stellata Cristina Bowerman (1 - 2); non tutti sanno che è nata a Cerignola, in Puglia; che dopo la laurea in Giurisprudenza è emigrata a San Francisco per continuare gli studi legali ma, appassionata di cucina, a Austin ha conseguito la laurea in Culinary Arts e quando si è trasferita a Roma ha continuato a lavorare a tempo pieno come chef, prima al Convivio Troiani, poi al Glass Hostaria (3).
Creativa, controcorrente, molto impegnata nel sociale è una dei soci fondatori e Presidente dell'Associazione Italiana Ambasciatori del Gusto.
1. Quale l’ambiente di casa che stai vivendo di più in questo particolare momento di “reclusione” protettiva?
La mia camera colma di libri! A volte, in questo scenario a dir poco surreale mi sforzo di essere positiva, immaginando un futuro migliore.
2. Cosa c’è nel tuo frigorifero ora e cosa ti manca in particolare?
Nel mio frigo c'é un pò di tutto. Non mi manca nulla, piuttosto mi mancano mio figlio e i miei amici per i quali amo cucinare.
3. Il tuo piatto confortante, la tua coccola in tempo di crisi?
La mia coccola é un buon vino o una birra artigianale, musica jazz, tagliere di salumi e formaggi e un libro. Purtroppo, il mio supermercato sotto casa non ha i formaggi della Salumeria Volpetti, che adoro. Potrò gustarmeli nuovamente solo quando questo incubo sarà terminato.
4. C’è qualche cibo “fondamentale” che ti diletti a preparare avendo tempo a disposizione (pasta, pane, biscotti ecc…)?
Pane e focaccia che richiedono tempo e dedizione. Specialmente la focaccia pugliese, insuperabile.
5. Il primo posto dove andrai a mangiare/bere quando l’emergenza sarà finita?
Oddio, solo uno? Sicuramente Zia Restaurant a Roma per brindare con loro e poi vorrei andare all'estero. Ho tanta voglia di riprendere a viaggiare: mi piacerebbe andare in Sud America, magari a Lima a trovare il mio collega chef peruviano Virgilio Martinez con il quale ho organizzato molti eventi e ho trascorso momenti bellissimi.