Sono tante le realtà imprenditoriali, piccole o grandi, a non mollare. Come Il Fiorino, caseificio di Roccalbegna (Gr) famoso in Italia e nel mondo per i suoi pecorini (1 - 2 - 3), che abbiamo più volte incontrato, "assaggiato" e intervistato in occasione di Pitti Taste a Firenze (4 - 5). Nonostante la situazione sia allo stremo, non stacca la spina, animato da forza e determinazione per non perdere tutta o parte della produzione. Da oltre due settimane, infatti, procede nella attività aziendale con più attenzioni e nel massimo rispetto delle indicazioni delle autorità. Dalle cinque del mattino fino alle 20 circa, con turni dei dipendenti alternati fra mattino e pomeriggio, così da mantenere le distanze "di sicurezza" richieste dall’emergenza Coronavirus.
“Continuare la produzione in questo periodo difficile" - afferma Angela Fiorini, proprietaria (6) de Il Fiorino che guida insieme al marito, Simone Sargentoni - "è fondamentale per consentire a tutta la filiera lattiero casearia di non fermarsi nel periodo di maggior produzione di fronte all'emergenza Coronavirus, che ha colpito duramente il nostro settore. Rimanere aperti, riuscire a prendere il latte dai nostri allevatori, continuare la produzione e garantire il rifornimento dei negozi dove i consumatori trovano i nostri prodotti è determinante per evitare che questa situazione già difficile precipiti. Continuare a lavorare significa, per noi, sostenere la filiera e l'economia del territorio”.
“Tutti i nostri ragazzi e le nostre ragazze" - continua Angela Fiorini - "lavorano nel rispetto delle direttive previste dal Governo e dagli enti preposti. Ogni dipendente è dotato di mascherine, guanti e vestiario monouso, per permettere il normale svolgimento dell’attività lavorativa in tutta sicurezza. Ognuno ha la sua mascherina, che ci siamo premurati di reperire in un’azienda di Grosseto, la Toscano Alta Sartoria. Abbiamo organizzato due turni di lavoro, così da evitare possibili ‘assembramenti’ all’interno dell’azienda e abbiamo adottato qualche accortezza in più per gli autisti che continuano a prelevare il latte dagli allevatori. Vista la delicatezza della loro mansione, infatti, non entrano in azienda ma attendono fuori, così come chi si occupa del trasporto dei nostri prodotti a negozi e altri rivenditori”.
“Ci rendiamo conto" - prosegue sempre Angela Fiorini - "che è difficile e serve un po’ di collaborazione da parte di tutti. Riuscire a convincere i consumatori ad acquistare prodotti toscani, o comunque dei propri territori, sarebbe fondamentale anche in chiave post emergenza. Stringiamo i denti e andiamo avanti, sperando che tutto passi in fretta e che si possa riprendere presto la normale produzione”.