E' stato bello sperimentare ai fornelli, dedicarsi a quella torta che non si faceva da tempo, preparare gli gnocchi fritti e così via...
Una costante di tutti durante i due mesi di lockdown. Un boom del cosiddetto “comfort food” ricco di calorie con una ordalia di zuccheri, grassi e carboidrati: +150% farine e semole, +14% pane, crackers e grissini, +7% pasta e gnocchi, +38% impasti base e pizze, +13% dolci, +24% primi piatti pronti oltre al +37% di olio semi usato per fritture di ogni tipo, dolci e salate nel periodo compreso tra il 16 marzo ed il 12 aprile, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (1). Numeri della Coldiretti che invitano a porsi una domanda "delicata": la bilancia? Purtroppo alla gioia della tavola va abbinato l’effetto del maggior consumo di cibi calorici e bevande alcoliche, un mix altresì penalizzato dalla sospensione di qualsiasi attività sportiva e da una maggiore sedentarietà per la chiusura forzata in casa. Il risultato? Un'equazione "dolorosa": più cibo, meno movimento, uguale chili in eccesso (2).
Con la Fase 2, che permette passeggiate e allenamenti singoli e il via libera a runner e ciclisti (3), la perdita di peso diventa dunque un obiettivo prioritario per il 47% degli italiani che secondo Coldiretti/Ixe’ sono attenti alla dieta per mantenersi in forma. Non dimentichiamoci della grande disponibilità lungo tutta la Penisola di frutta e verdura di stagione che garantisce anche una riserva naturale di vitamine consigliata anche dall’ISS che sul sito, nei consigli sull’alimentazione durante l’emergenza COVID-19, invita proprio ad “aumentare la quota di alimenti vegetali nella nostra dieta” con “più frutta e verdura e più legumi in ogni pasto della giornata”. Le verdure del periodo più mite dell'anno sono tante: dagli spinaci alla cicoria, dalle zucchine all’insalata, dai peperoni alle melanzane, dalle cipolle ai pisellini freschi, dagli asparagi ai fagiolini. Attenzione però a non comprare prodotti importati spacciati per made in Italy: è buona norma verificare sempre l’origine nazionale in etichetta che, come ben rammentato da Coldiretti, è obbligatoria per la frutta e verdura e privilegiare gli acquisti direttamente dagli agricoltori nelle aziende o nei mercati di campagna Amica dove i prodotti sono anche più freschi e durano di più.
Al via quindi alla dieta di “sgonfiamento” dopo l’ozio della quarantena. Va detto però che l'Italia, in generale, non è un Paese slim: più di un terzo della popolazione italiana adulta è in sovrappeso, mentre una persona su dieci è obesa (9,8%) con il 45,1% di persone dai 18 anni in avanti in eccesso ponderale secondo l’Istituto superiore di sanità. Il rischio obesità non risparmia neanche bambini e adolescenti. Si stimano, inoltre, circa 2 milioni e 130 mila bambini e adolescenti in eccesso di peso, pari al 25,2% della popolazione di 3-17 anni secondo l’Istat.
Insomma, ricordiamoci di privilegiare la dieta mediterranea: se ben fatta e bilanciata, può promettere longevità e benessere (4). Perché non profittarne?