Living & Convivi :: 22 feb 2019

Roma - Cosa vedere? Antonio Fraddosio. Le tute e l’acciaio

Un’installazione che fa riflettere alla Galleria d’Arte Moderna

In “Le tute e l’acciaio”, site specific dello scultore Antonio Fraddosio, l’arte affronta la realtà e in particolare la vicenda drammatica dell’Ilva di Taranto (1 - 2). L’iniziativa è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali con l’organizzazione di Zètema Progetto Cultura ed è a cura di Claudio Crescentini e Gabriele Simongini. L’installazione invece di terminare come previsto il 3 marzo è stata prorogata fino al 5 maggio 2019. Un'esposizione magistrale dove le dieci grandi lamiere lacerate e contorte, potenti e misteriose, richiamano le tute (3 - 4) che dovrebbero proteggere gli operai dell’Ilva dai tumori, depositate, al termine del turno di lavoro e prima di andare alle docce, in una specie di camera di compensazione. Insieme ai cassoni di cor-ten, realizzati come contenitori per le singole opere e che ricordano strutture di edifici o di stabilimenti industriali, l’installazione assume la valenza di monumento antiretorico dedicato agli operai dell’Ilva e alla città di Taranto. La netta presa di posizione di Fraddosio è anche quella di un uomo del sud, pugliese di nascita, che ha visto con i propri occhi l’impressionante trasformazione di Taranto causata del più grande impianto siderurgico d’Europa. Come scrive Gabriele Simongini, in catalogo, in questi sudari di ferro resta l’impronta di corpi umani sofferenti, c’è il senso della morte e della distruzione ma sopravvive una sorta di speranza affidata all’arte, alle sue possibilità catartiche. Nelle lamiere, ciascuna diversa dall’altra, affiorano spesso i colori velenosi, mortali ispirati al manto di ruggine, alla polvere pesante, rossastra, dalle sfumature marroni e nere, che avvolge e soffoca la città colpendo soprattutto il rione Tamburi, a ridosso dell’Ilva.
Il volume che accompagna la mostra, pubblicato da La Casa Usher, oltre ai saggi dei curatori e alle foto dell’installazione in situ, contempla i testi di Michele Ainis, noto giurista e costituzionalista, Giuse Alemanno, operaio all’Ilva e scrittore, e alcuni scatti del reportage “Rosso Tamburi” realizzato dal fotografo barese Christian Mantuano.
Antonio Fraddosio (Barletta, 1951) vive e lavora tra Roma e Tuscania. Fra le sue numerose mostre si segnalano le più recenti: nel 2012 le personali nelle sale di Villa Bottini a Lucca e nello Spazio Cerere a Roma; nel 2016 “Salvarsi dal naufragio. Antonio Fraddosio/Claudio Marini” presentata al Museo Carlo Bilotti - Aranciera di Villa Borghese di Roma. Nel 2011 è stato invitato nel Padiglione Italia della Biennale di Venezia, con la “Bandiera nera nella gabbia sospesa” esposta all’Arsenale.

 

Per i possessori della nuova MIC Card – che al costo di soli 5 euro consente a residenti e studenti l’ingresso illimitato per 12 mesi nei Musei Civici – l’ingresso alla mostra è gratuito.

 

Galleria d’Arte Moderna di Roma (via Francesco Crispi, 24).

Da martedì a domenica ore 10.00 - 18.30
L’ingresso è consentito fino a mezz’ora prima dell’orario di chiusura.
Giorni di chiusura: lunedì, 1 maggio
Biglietti
Biglietto di ingresso alla Galleria d’Arte Moderna: € 7,50 intero e € 6,50 ridotto, per i non residenti; € 6,50 intero e di € 5,50 ridotto, per i residenti; gratuito per le categorie previste dalla tariffazione vigente.

Maggiori info:

Phone: 060608

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