Food :: 20 apr 2017

Firenze dove mangiare

l’osteria dell’ortolano e i sapori veri della città

Il nome è curioso, l’aspetto pure. All’ombra del Cupolone, praticamente nel cuore di Firenze, tra la Galleria dell’Accademia e la Santissima Annunziata, ci si imbatte nell’Osteria dell’Ortolano, un tempo bottega di frutta e verdura ora “pizzicagnolo” gourmet - frutto della ricerca di Massimo Zetti e Marta Mazzetti - (1 - 2) vera sfida ai molti fast food della zona, studiati per turisti mordi e fuggi (3).

Questo locale che profuma di storia e di aromi sinceri, già dai primi anni 60’, infatti, portava nel proprio DNA una filosofia vocata al food e alle materie prime di qualità. E anche oggi non si smentisce, di più… rilancia una ristorazione spontanea per la pausa pranzo, fatta di prodotti “veri” e quasi tutti home made: dalla pasta, al pane, fino alle deliziose marmellate spesso in abbinamento a pecorini o affettati tradizionali.

Due le formule “veloci” in carta: il “Panino fiorentino" e il “A I’Tocco”.

Ma vediamo il must per antonomasia, sicuramente il più trasversale per studenti, professionisti e signore à la page: il panino (4). Qui non è un panino qualunque. Mai. Dal Panino di’ Brunelleschi con una rosetta, la cui forma ricorda quella del grande Filippo fiorentino, ripiena di peposo, piatto tra i preferiti dai costruttori della Cupola. Per non parlare del Panino ‘gnorante con la frittata di cipolle, delizioso nella sua sublime semplicità. Si prosegue con il Panino del Chianti con prosciutto toscano tra due fette di pane “sciocco”. E si chiude con l’elegante dolcezza del "i’ Panino dolce” (5) con ricotta di pecora dell’Amiata, confettura di susina Regina Claudia sempre di produzione della fattoria.

Per chi invece desidera un pranzo più tradizionale, con diverse portate, l’opzione del “A I’Tocco” suggerisce primi piatti che vanno dalle tagliatelle fatte in casa al ragù del Chianti, agli stracci al sugo finto (tipico fiorentino), passando per i Topini di patate (gnocchi) con ricotta e pecorino dell’Amiata. I secondi contemplano, invece, varie verdure di stagione, pecorino fresco e stagionato o affettati sempre di regione. Ad accompagnare il momento del pranzo, una cantina di tutto rispetto: le eccellenze della Toscana imperano, ma non mancano nettari deliziosi di altre zone d'Italia. Dai più blasonati a quelli di pronta beva (6).

“Noi – ha dichiarato Massimo Zetti – crediamo ancora che il cliente abbia diritto alla migliore qualità anche se straniero. Vogliamo che chi viene a Firenze porti con sé il ricordo dei veri sapori della città. Nel nostro piccolo cerchiamo di dare il meglio, in semplicità, come vuole la tradizione. fiorentina e toscana.”

Insomma, un punto d’incontro più che un ristorante se pur di dimensioni contenute, una confluenza di passioni e di conoscenza, più che solo un connubio di cibo e vino. Così vuole essere questa Osteria dove la qualità è la regola. E noi ne siamo testimoni.

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