Living & Convivi :: 9 nov 2018

Firenze dome dormire - nasce Frími Boutique Rooms

Ogni camera un viaggio a ritroso nel tempo

Fashion, elegante e unico. Questi tre aggettivi ben rappresentano un nuovo luogo vocato all’ospitalità, oggi inaugurato a Firenze. Frími Boutique Rooms (1 - 2), così si chiama la struttura ricettiva in via Guido Monaco 9, a pochi passi dalla Stazione centrale e dalla fermata della tramvia, il cui concept è molto diverso dall'Hôtellerie classica del panorama normalmente proposto dalla città del Giglio. Non a caso il fil rouge dell’hospitality house è implicito nella parola stessa "Frími" ossia "liberami". Chi vi alloggia, infatti, deve potere percepire il lato cosy di una casa, così come le comodità di un hotel (3 - 4). Un luogo “senza pareti” ma "alberi, alberi infiniti" come canta Gino Paoli. Un luogo dove sentirsi liberi e liberare il proprio desiderio di viaggiare, anche con la mente.
Ma vediamola da vicino questa oasi di pace e bellezza, tutto fuorché convenzionale…
Si arriva da un lungo viaggio per immergersi in un altro viaggio, questa volta, però, nel tempo: entrare in una delle camere di Frími, infatti, significa inoltrarsi in un’altra epoca, percepire le vibrazioni, lo spirito di un momento storico lontano dal nostro.
Così ogni camera è intitolata a una coppia vissuta in tempi e luoghi diversi, riproponendone la giusta atmosfera. Vi sentite affini al mood bohèmien e libertino di Frida Kahlo e Diego Rivera? Lo ritroverete dormendo in un letto a baldacchino circondato da mobili di antiquariato etnico e pezzi originali del popolo Qashqai. Per non parlare dello stile eclettico di Salvador Dalì e Gala, dove le geometrie creano nuove prospettive. O ancora il rock, tema della stanza intitolata a Johnny Cash e June Carter, arredata in stile urban-industrial con cromie decise e forti contrasti.
Invece per i romantic addicted la camera in stile retrò, con arredi originali degli anni ’40, intitolata a Pupa e Forese, i nonni dell’ideatrice del progetto e titolare di Frìmi, Viola Villani. Ma L’originalità di questa struttura ricettiva non finisce qui… Ogni camera infatti ha un suo pezzo cult, una perla rara, come la Lygie, moto Atala creata dalla nota azienda di biciclette negli anni ’50 e destinata esclusivamente al mercato francese (5 - 6 - 7).
E per chi volesse perpetuare lo stesso "clima", una volta rientrato a casa, è possibile acquistare alcuni oggetti. Pochi pezzi selezionati per ogni stanza, tra cui lampade artigianali, alcuni comodini, ma anche abiti e calzature vintage.
L’interior è stato curato dall'architetto d’interni iraniano Farzad Shojaei ideatore, tra l’altro, della scelta di colori che fanno da filo conduttore tra le culture e i tempi storici diversi. Dietro alla ristrutturazione complessiva degli spazi, invece, ci sono altre due donne, Elena Frangioni, ingegnere edile, ed Elettra Panconesi, architetto.
“ Il vero lusso è quello di sognare” - dichiara Viola Villani (8 - Seconda da Sx) - “di essere altrove, di essere qualcun altro, di poter arrivare dove si vuole, con il proprio stile e con i propri tempi. Viaggiando sempre leggeri”.

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