Food :: 14 gen 2019

Diserbanti e altre (brutte) storie... impariamo a leggere le etichette

Che l'Unione Europea, ancor più l’Italia, abbiano dichiarato guerra al Glifosato è fatto ormai assodato, tanto che il famoso diserbante della Monsanto ha visto ridurre le nostre importazioni di oltre il 50%, successo per il quale si deve ringraziare in buona parte la battaglia posta in essere da Coldiretti ed altre associazioni di consumatori.

Se è vero come è vero che non vi è una dimostrazione scientifica assoluta sulla nocività del prodotto, altrettanto veri ne sono i segnali ripetuti raccolti in varie sedi come già riportato anche sulla nostra testata. Non ultimo certamente, la decisione della IARC (Agenzia per la ricerca sul cancro della OMS) che ha catalogato questo prodotto tra le sostanze “potenzialmente cancerogene”.

Il fatto peggiore, tuttavia, deve ancora venire ed è il dato relativo a molti altri composti non necessariamente chimici, talvolta poco o nulla conosciuti, che non sono di minor danno per la salute, anzi. E così da un lato l’UE si divide nelle battaglie tra europarlamentari che “dovrebbero” difendere la nostra salute ed interessi delle multi nazionali sempre ben presenti con le lobbies a Bruxelles e non solo. Ma dall’altro il “povero” consumatore come può difendere la salute propria e dei propri cari?

Iniziamo allora ad imparare almeno una cosa elementare come l’ABC, la lettura!

Infatti proprio dalla lettura delle etichette potremo trarre informazioni preziose (1), qualche esempio? Intanto il produttore deve (dovrebbe…) fornire etichette chiare, leggibili e indelebili nel rispetto delle indicazioni fornite dal Reg UE 1169/2011 che è intervenuto su altra importante diatriba da non trascurare per la nostra salute e cioè la tracciabilità del prodotto.

La norma, purtroppo, si applica solo per i prodotti alimentari preconfezionati o pre imballati ed esattamente:

Sfusi: senza alcuna confezione (frutta, ortaggi, gastronomia ecc.); le indicazioni vanno affisse sul recipiente di vendita: denominazione, elenco ingredienti, eventuali allergeni e, se previste, data di scadenza e modalità di conservazione.

Pre-incartati: confezionati sul luogo di vendita al momento o poco prima dell'acquisto (pane, carne fresca, formaggi, salumi ecc.). Devono presentare obbligatoriamente qualsiasi ingrediente o coadiuvante tecnologico che provochi allergie o intolleranze ancora presente nel prodotto.

Preconfezionati: venduti in confezioni già applicate dal produttore e in cui l'alimento rimane fino al momento del consumo senza subire alterazioni. Sono quelli più diffusi e anche i più soggetti a restrizioni normative. Ed allora cerchiamo di capire come… capire l’etichetta, scusandoci per il gioco di parole (2).

Intanto, maggiori saranno le indicazioni presenti sull'etichetta e tanto migliore sarà il giudizio alimentare che potremo formulare sul prodotto. Inoltre, l'ordine con cui gli ingredienti appaiono in etichetta non è casuale, ma è regolato per legge, comparendo in ordine decrescente di quantità. Ancora il peso che spesso è fuorviato dalle dimensioni dell’involucro.

Ma attenzione alle truffe! Così ad esempio se vengono utilizzati due tipi diversi di grassi (margarina e strutto), questi compaiono in etichetta come due ingredienti distinti, ma in realtà sommano e non poco il loro effetto calorico finale. Od ancora, se compare la scritta “senza zucchero” dovremo poi verificare se vi siano altri ingredienti zuccherini quali "sciroppo di glucosio", "sciroppo di fruttosio", "maltosio", "amido di mais", "sciroppo di cereali”.

Insomma, ricordando un antico proverbio giuridico dei Romani (errantibus non dormientibus, jura succurrunt) la legge aiuta chi sbaglia non chi dorme….

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