Food :: 24 set 2018

Api ed apicoltura - Da Bee The Future alla nuova normativa in Toscana

A tutela delle preziose "operaie" in natura

Le api (1) sono fondamentali per la salute della nostra catena alimentare. Senza di loro sparirebbero dalle nostre tavole albicocche, fragole, ciliegie, mele, pere, agrumi, pesche, kiwi, castagne, susine, mandorle, meloni, aglio, pomodori, cetrioli, cavoli, ravanelli, asparagi, zucchine, carote, cipolle: 70 delle principali 100 colture del mondo (fonte FAO). Spostandosi di fiore in fiore per raccogliere nettare e polline, le api impollinano le piante e permettono loro di riprodursi. In Europa si calcola che l’84% delle 264 specie coltivate dipendono dall’impollinazione degli insetti e ben 4.000 specie vegetali sopravvivono grazie alle api. In quest’ottica di priorità, Bee The Future (2), un progetto di Eataly, Arcoiris, Università degli Studi di Palermo e Fondazione Slow Food è stato presentato all’ultima edizione di Terra Madre Salone del Gusto di Torino (3). Un disegno dal forte impatto sociale ed alimentare che vuole ripartire dalla terra e dall’agricoltura attraverso un impegno di tre anni nella riforestazione di 100 ettari in Italia con i fiori per le api, riportando così la biodiversità delle piante infestanti mellifere in quelle zone dove, a causa di metodi agricoli basati sull’alto rendimento dei terreni, sta scomparendo.
La situazione è seria. Negli ultimi cinquant’anni le api (4) stanno diminuendo in modo spaventoso in tutto il mondo. A partire dal 2006 questo declino è diventato impressionante e in Europa la mortalità delle colonie di api si è attestata intorno al 20%. La causa? La più grave è sicuramente l'inquinamento generato dai trattamenti fitosanitari. Molte delle piante infestanti, infatti, tra cui numerose fondamentali per le api, vengono sterminate con un uso massiccio di erbicidi. In agricoltura si è anche perso l’uso di seminare le colture di copertura come il trifoglio e l’erba medica che arricchivano il terreno fissando l’azoto e nutrivano le api con i loro fiori. Una crisi che riguarda anche altri insetti impollinatori come bombi, farfalle, falene e sirfidi.
Eataly, con Arcoiris, unica azienda sementiera italiana esclusivamente biologica, guidata da Antonio Lo Fiego, con Francesco Sottile, docente di Biodiversità delle Colture Agrarie presso l’Università degli Studi di Palermo e con la Fondazione Slow Food per la Biodiversità Onlus ha deciso di intervenire attraverso l’attività di riforestazione che parte proprio da zone intensamente coltivate a monocolture, zone dove ogni centimetro di terra è sfruttato perché vale molti soldi.

Le aree da cui il progetto parte sono:
- le zone destinate alla monocoltura del mais in Piemonte;


- i territori del Prosecco in Veneto;


- le aree destinate agli allevamenti intensivi di bovini in Pianura Padana;


- le zone agricole della monocoltura di nocciola nella provincia di Viterbo

In queste zone sono stati individuati gli agricoltori da cui partire, i “Resistenti” perché determinati a portare avanti modelli di agricoltura virtuosa in aree molto colpite dalla moria degli insetti.
Arcoiris ha messo a punto un miscuglio di semi italiani, biologici e non ibridi i cui fiori sono utili sia per la bottinatura delle api, sia per il sovescio. Il miscuglio è composto da 10 piante (grano saraceno, trifoglio alessandrino, coriandolo, facelia, lino, senape, sulla, rucola, girasole, trifoglio incarnato). Nella primavera 2018 è iniziata la distribuzione del miscuglio ai “Resistenti” che lo hanno seminato nei loro terreni. A completamento, e con finalità di coinvolgimento anche dei non professionisti, è stata creata anche una piccola selezione di semi in busta destinati a chi vuole seminare le piante amiche delle api (girasole, malva, calendula e miscuglio di mille fiori) nei vasi o terreni di proprietà, anche al di fuori delle 4 zone identificate.
E in Toscana (5)? Di recentissima approvazione la nuova legge sull’apicoltura sostitutiva della 21 del 2009, volta a modificare le norme per l’esercizio, la tutela e la valorizzazione dell’apicoltura. Un atto, come dichiarato dal presidente della commissione Sviluppo economico e rurale Gianni Anselmi (Pd) che introduce una serie di novità. “Tra le più rilevanti l’inserimento del perimetro per lo svolgimento dell’attività apistica: viene introdotto un parametro oggettivo che delimita l’ambito dell’attività per autoconsumo al limite massimo di 10 arnie” - ha ricordato. Per una maggiore tutela delle api e degli insetti pronubi viene rivista anche la norma relativa al divieto di utilizzo di prodotti fitosanitari che possano essere dannosi nei periodi di fioritura e si delineano zone di rispetto per la tutela delle api regina.
Finalmente i primi segnali di una coscienza giusta, dolce ma soprattutto sana. Come il miele.

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